Uomo palermitano accusato di aver violentato un detenuto: “Sono mafioso, non faccio queste cose”



Uomo palermitano accusato di aver violentato un detenuto: "Sono mafioso, non faccio queste cose"

Una nuova notizia di cronaca racconta quanto successi a un uomo palermitano accusato di aver violentato un detenuto nel carcere dove si trova detenuto. L’uomo in questione però si proclama mafioso, e questo diventa l’attenuante della sua difesa. Non a caso il processo che lo vede come imputato ha preso una piega completamente diversa da quella che si era presentata. Ecco nel dettaglio cos’è successo.



Uomo palermitano accusato di aver violentato un detenuto

I fatti sono successi  a nel carcere di Bari dove, Francesco Scaglione di 72 anni, sta scontando la condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo quanto reso noto da PalermoToday l’uomo sarebbe responsabile di aver messo in atto una violenza sessuale ai danni di un altro detenuto, accusato del medesimo reato e per il quale sta scontando la pena. A quanto pare Scaglione, detenuto palermitano, avrebbe seguito l’altro uomo in bagno afferrandolo per il collo e spingendolo, costringendolo così a subire un atto sessuale.

“Io sono un esponente della mafia”

Al momento non sono state rese note le dinamiche dell’accaduto, dato che l’uomo palermitano non sarebbe riuscito a metter in atto il tentativo di violenzaper cause indipendenti dalla sua volontà”, come si legge su PalermoToday.
La vittima della presunta violenza è un uomo di 51 anni, di Bari, che ha deciso di costituirsi parte civile. L’uomo in questione ha affermato di aver subito danni sia a livello fisico che psichico ma il tutto non finisce qui. Il cinquantenne ha riportato diverse lesioni, avendo subito il distacco della retina per il quale ha anche dovuto subire un intervento chirurgico. La Procura, inoltre, ha accusato Scaglione di aver minacciato il cinquantenne con frasi come “Drogato di m…“, “Ti faccio sciogliere nell’acido…“. Tra le frasi viene annoverata anche la seguente: “Io sono un grosso esponente della mafia“.

Assolto perché il fatto non sussiste

Francesco Scaglione ha rigettato comunque le accuse che gli sono state poste e non solo. L’uomo ha fatto subito appello ai vecchi codici: “Sono un grosso esponente della mafia, impossibile che possa avere tentato di violentare un detenuto in carcere“.
Il disonore alla base di una presunta violenza sessuale, come vige nella legge non scritta della mafia, tanto che l’uomo ha ribadito: “I mafiosi non commettono reati di questo tipo“. Ricordiamo che Scaglione era stato condannato per tentata violenza sessuale, ma la Corte d’Appello di Bari l’ha assolto con formula ampia perché il fatto non sussiste.



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