Brad Pitt soffre di prosopagnosia, non riesco a distinguere nemmeno le persone care



Essere il divo dei divi non ti salva dalla sofferenza. Ne sa qualcosa Brad Pitt. Lui è la star più ammirata e riconosciuta al mondo però non riesce a identificare le persone che incontra, anche molte in un solo giorno, com’è facile supporre visto il suo particolare lavoro. Ma attenzione: non si tratta di narcisismo, bensì di malattia, una condizione che comporta disagio anche grave. «La gente pensa che io sia vanitoso. Non è così, soffro di prosopagnosia », ha detto Brad.



Questo termine così difficile – viene dall’unione delle due parole greche pròsopon (faccia) e agnosìa (ignoranza) – non se l’è inventato l’attore per giustificarsi. Definisce un disturbo serio anche se poco diffuso che colpisce circa il 3 per cento della popolazione e che crea non pochi disagi di relazione. «Non si tratta di un problema di memoria», spiega a Gente la dottoressa Federica Agosta, neurologa e ricercatrice di neuroimaging presso l’ospedale San Raffaele di Milano, «ma di un disturbo visivo e percettivo che interessa una specifica zona del cervello. Sostanzialmente la persona che ne soffre non riesce a riconoscere il volto degli altri.

Nei casi più lievi vede i lineamenti, naso, bocca, orecchie, riesce a distinguere sesso e età, ma non sa abbinarli a un nome che comunque facilmente dimenticherebbe. Nella maggior parte dei casi è qualcosa che coinvolge solo i conoscenti, in quelli più seri invece si può arrivare a non identificare i familiari o addirittura a non riconoscere se stessi allo specchio ». Lo cantava nel 2017 anche Caparezza nel brano intitolato proprio Prosopagnosia: un uomo che non riesce ad avere memoria di se stesso si sente perduto. Nel caso di Brad Pitt non si arriva a questi eccessi, ma a volte, per sua stessa ammissione, l’attore non riesce a ricordare i volti delle persone più care.

Si può immaginare il suo imbarazzo nell’incontrare il produttore di un film o un collega arcinoto o tutte le volte che ha dovuto chiedere al giornalista che lo intervistava per l’ennesima volta dove si erano già incontrati. «Chi soffre di prosopagnosia», continua la dottoressa Agosta, «impara a usare stratagemmi come memorizzare il tono di voce, il profumo dell’altro, chiedere il contesto dell’incontro precedente, ma non sempre questo salva dal giudizio altrui». Sì perché, anche se si tratta di Brad Pitt, le persone generalmente si irritano, confondono questo atteggiamento con vanità e superficialità. «Questo disturbo cognitivo insorge nelle persone che hanno subito un trauma o un ictus», spiega l’esperta. «Oppure è tipica negli anziani affetti da una malattia degenerativa. È più raro quando non ha cause note e si può far risalire solo a uno scarso sviluppo durante l’infanzia di quell’area del cervello predisposta al riconoscimento dell’altro.

Non sono stati riscontrati geni per spiegare il fenomeno ma potrebbe anche avere origini ereditarie». Secondo le statistiche, la percentuale delle persone che ne soffre è relativamente bassa perché la prosopagnosia è difficile da riscontrare. «È come la dislessia», dice Agosta, «ma quest’ultima emerge in fase di apprendimento scolastico e solo recentemente la si sta trattando come un disturbo neurologico. Trent’anni fa un bambino che ne era affetto veniva considerato pigro. La prosopagnosia invece genera problemi relazionali con ricadute anche serie, come l’isolamento, l’ansia o la depressione. Ma sono comportamenti che spesso sono sottovalutati. Per cui ben venga parlarne».

Brad Pitt non è l’unico ad aver raccontato di soffrire di questo disturbo, fosse anche per dare un senso a certi suoi atteggiamenti sociali, altre persone illustri hanno confessato questo aspetto della loro personalità. Il celebre neurologo Oliver Sacks, scomparso nel 2015, autore di romanzi e libri di divulgazione sui problemi mentali, scrisse: “Resto particolarmente disorientato se vedo le persone fuori da un dato contesto, anche se ci sono stato insieme fino a cinque minuti prima di lasciarle”. Anche la presentatrice Enrica Bonaccorti ha raccontato di soffrirne: «È come se all’improvviso mi dimenticassi di chi ho davanti. Magari passo una bella serata con una persona, ma la mattina dopo non so più chi sia. È davvero imbarazzante per chi lavora nel mondo dello spettacolo. Nella mia vita non conto le gaffe che ho fatto e la gente che si è offesa».



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