Luigi, questo posso dirlo?». Erano i primi di giugno di due anni fa e un timoroso Giuseppe Conte, un fino ad allora sconosciuto avvocato e docente universitario, tirato fuori dal cilindro del Movimento Cinque stelle come presidente del Consiglio della maggioranza gialle-verde, si rivolgeva all’allora vicepremier e capo politico dei grillini, che lo gelava con un “No!”, imponendogli il silenzio. Al suo fianco, l’altro vicepremier, Matteo Salvini, leader dell’altra forza di governo, la Lega, e titolare del dicastero dell’Interno (dove ha battuto il record in negativo di soli diciassette giorni di presenza nel suo ufficio al Viminale nei primi quattro mesi e mezzo del 2019).
UOMO DI RELAZIONI
Nessuno avrebbe scommesso allora su quel mite professore, originatio di Volturara Appula, borgo di 500 anime nella Daunia, liceo classico a San Marco in Lamis (uscito col massimo dei voti), laurea in Giurisprudenza a Roma (sempre col massimo dei voti), città dove aveva frequentato Villa Nazareth, un collegio universitario, nel senso che ospita studenti ma non è un mero studentato, sotto la supervisione del Cardinal Parolin, che attualmente gestisce la segretaria di Stato vaticana.
Sarebbe bastato questo particolare, all’epoca passato un po’ in secondo piano, a far capire che “l’avvocato del popolo”, come si era definito lui stesso all’insediamento del primo governo presieduto, aveva relazioni e rapporti di altissimo livello oltretevere e con il Gotha del mondo politico ed economico italiano che da Villa Nazareth ci era passato, come studente o relatore a seminari, convegni, incontri di studio (Romano Prodi, Oscar Luigi Scalfa- ro, Enrico Letta, solo per fare qualche nome). E che se una cosa Giuseppe Conte poteva aver imparato è quella di riuscire a tessere relazioni, mantenendo, fino a quando lo ha ritenuto opportuno,
un basso profilo.
CIAO CIAO, SALVINI
Il momento di smarcarsi arriva nell’estate del 2019 con il suicidio politico di Matteo Salvini che, ebbro di sondaggi che danno la Lega in continua ascesa, ma soprattutto da qualche mojito di troppo sulla spiaggia di Milano Marittima, spezza il filo, ormai sempre più logoro che tiene insieme il governo Lega- 5 Stelle. Giuseppe Conte per la prima volta “mostra i muscoli” e in Parlamento mette ko il leader della Lega, appoggiandogli perfino la mano sulla spalla mentre con estrema eleganza, lo massacra con le parole. Seguirà il Conte 2 (Pd- 5 Stelle), dove l’ex Cameade darà prova di grande carisma sia quando si tratterà di affrontare l’epidemia di Covid-19, ma soprattutto la vittoria riportata a Bruxelles, dopo 90 ore ininterrotte di trattativa, con l’Italia che diventa il Paese che dal Recovery Fund otterrà 209 miliardi di euro.
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