Il Paradiso delle Signore, il rapporto tra la sarta e il magazziniere



La sua Agnese, donna caparbia e mamma vecchio stampo, è uno dei personaggi più amati dagli affezionati tele- spettatori de II paradiso delle signore che sognano peraltro che la loro beniamina possa un giorno aprire il suo cuore al magazziniere Armando. Antonella Attili, che nella serie di Raiuno veste i panni della sarta del grande magazzino meneghino degli Anni Sessanta, ha lavorato con i più grandi maestri del nostro cinema, da Ettore Scola a Pupi Avati, passando per Giuseppe Tornatore nel film premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso, e di recente, sempre sul grande schermo, è stata la mamma del re della comicità italiana:



Checco Zalone nel suo ultimo film campione d’incassi Tolo Tolo. «È una mamma preoccupata» Antonella, quali sviluppi dobbiamo attenderci dalle vicende che interessano la tua Agnese nelle prossime puntate de II paradiso delle signore? «È un momento complicato per Agnese. È reduce dalla più grande delusione della sua vita. Anche se le notizie sono state a lungo confuse e incerte, sembra che suo marito Giuseppe si sia rifatto una nuova vita e una nuova famiglia in Germania dove era emigrato per lavoro dopo essere stato coinvolto in Sicilia in un brutto affare. Un fulmine a ciel sereno per lei, che non aveva sue notizie da tempo».

Anche nel rapporto con i suoi figli Agnese ha più di un problema. «Come mamma è molto preoccupata per suo figlio Salvatore, visto che si convince che Gabriella non sia più innamorata di lui. Nonostante tutto, però, Agnese riesce a gestire il dolore che prova in questo momento con grande contegno. È una donna che non si lascia di certo andare alla disperazione e continua a lavorare».
Agnese è sempre molto vicina al magazziniere Armando. Chissà che non possa trovare proprio in lui un po’ di conforto…

«Vive con lui un’affettuosa amicizia. Armando le sta vicino, con il rispetto e la delicatezza tipici del periodo storico in cui è ambientata la soap. Chissà se saranno in grado di dare maggiore spazio a questo sentimento o se non continueranno a viverlo semplicemente come amicizia. Difficile anche per me saperlo, visto che i copioni ci vengono consegnati passo passo».

«Zalone mi ha voluto follemente»

I più affezionati telespettatori sperano, in effetti, che tra i due nasca qualcosa di più di un’amicizia. «Il pubblico fa il tifo per loro, spera di vederli ancora più vicini, ma è colpito dalla purezza di questa storia. Agnese e Armando fanno rivivere il pudore di un’epoca che oggi è impossibile da immaginare. Sono due persone che hanno bisogno l’una dell’altra. Per il momento sono l’uno al fianco dell’altra, ma non insieme».

Dopo tanto cinema e teatro, che cosa ti sta regalando l’esperienza del Paradiso delle signore, quella della lunga serialità televisiva? «Questa avventura mi sta mettendo di fronte a qualcosa a cui non ero abituata e a cui mai avevo pensato prima. Qualcosa che, lo ammetto, mi lascia un po’ spiazzata e a cui devo ancora abituarmi. Mi riferisco alla popolarità. Prima del Paradiso ero semplicemente un’attrice molto stimata dai colleghi e dagli addetti ai lavori. Ora che entro tutti i giorni nelle case dei telespettatori ho toccato con mano un affetto immenso da parte loro. La gente adora il personaggio di Agnese, mi ferma per la strada rivolgendosi a me come fossi lei».

Sul grande schermo ti abbiamo visto di recente nell’ultimo film di Checco Zalone, Tolo Tolo, in cui interpreti la mamma del protagonista. «E pensare che tranne Luca (Medici, vero nome di Checco Zalone, ndr) nessuno mi voleva». In che senso?

«Tutti pensavano fossi troppo giovane per essere credibile nei panni di sua madre. Lui, invece, era convinto fossi perfetta. Così, per far sì che anche il produttore la pensasse come lui, mi diceva, davanti a tutti, che ero brutta e che in realtà anche senza trucco dimostravo più della mia età (ride, ndr). E alla fine è stato accontentato».
Il film, pur facendo registrare incassi record al botteghino, non è riuscito a superare quelli del precedente film firmato da Zalone, Quo Vado. In più, c’è stato qualcuno, sia tra il pubblico che tra la critica, che non l’ha apprezzato particolarmente. Qual è il tuo personale giudizio su questa pellicola?
«È un film importante e coraggioso, imprevedibile per quello che conoscevamo prima di Checco. Lo considero il film della maturità di Zalone. Avrebbe potuto replicare all’infinito il cliché vincente dei suoi precedenti film e, invece, ha voluto cimentarsi con qualcosa di diverso. Ha presentato una sua personale versione del tempo storico che stiamo vivendo. E ci è riuscito alla grande».



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