Meghan Markle, il suo sfogo dopo l’aborto del secondo figlio



Solo pochi giorni fa la notizia della seconda presunta gravidanza di Meghan faceva il giro del web: l’indiscrezione è arrivata dopo che l’ex attrice, moglie di Harry, era apparsa con delle forme leggermente più tondeggianti.



Meghan , che ormai da mesi vive con Harry e Archie, il loro primogenito a Los Angeles, dopo la decisione di abbandonare definitivamente la Royal Family è il titolo di Duchi del sussex, ha rilevato una recente intervista che era tutto vero:  la seconda gravidanza non era una fake news.

Ma poco dopo è arrivata la notizia peggiore che una futura mamma può sentirsi comunicare; non c’era più battito, Megan aveva avuto un aborto spontaneo. a raccontare i retroscena di questa vicenda privata così difficile è stata la stessa Meghan , che ha voluto scrivere un articolo per il New York Times in cui ha parlato del senso della perdita nella vita umana.

Meghan ha ripercorso la sua personale esperienza rivelando di essersi sentita male mentre cambiava il pannolino del Figlio, di un anno e mezzo. portata di corsa in ospedale, a Los Angeles, i medici le hanno comunicato le partite del piccolo che portava in grembo:  mi lasciai cadere a terra con lui tra le braccia, canticchiando una ninna nanna per farci stare entrambi calmi, la melodia allegra in netto contrasto con la mia sensazione che qualcosa non andasse bene. sapevo, mentre stringevo il mio primogenito che stavo perdendo il secondo, ore dopo, giacevo in un letto d’ospedale, tenendo la mano di mio marito.

Sentii l’umidità del suo palmo e gli Bacia le nocche, bagnate delle nostre lacrime. fissandole Freddy parete bianchi, i miei occhi erano vitrei. Ho provato ad immaginare come saremmo guariti. perdere un figlio significa portare un dolore quasi insopportabile, visto da molti ma di cui parlano pochi. nel dolore della nostra della, io e mio marito abbiamo scoperto che in una stanza di 100 donne, da 10 a 20 di loro avrebbero sofferto di aborto spontaneo. Eppure nonostante la  sconcertante Comunanza di questo dolore, la conversazione rimane un tabù, piena di vergogna e Perpetua un ciclo di lutto solitario.



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