Skullbreaker Challenge, il gioco pericoloso virale su Tik Tok



Un nuovo pericolo si aggira su Internet. Si chiama Skullbreaker Challenge, traducibile in italiano come “lo sgambetto spacca testa”. Un nome quanto mai appropriato. Le conseguenze tragiche che si possono procurare alle vittime del gioco di moda adesso su TikTok, il social che va per la maggiore tra gli adolescenti, sono proprio queste: danni gravissimi, anche mortali, al capo. Chi si trova ad esserne coinvolto non è infatti consapevole di quanto sta per accadergli e dunque non è per nulla preparato all’esito finale.



Skullbreaker, il cui svolgimento viene ripreso con uno smartphone e in seguito postato sul Web, funziona così: ci si allinea in tre in piedi, uno di fianco all’altro; i due ai lati destro e sinistro, gli unici che sanno di cosa si tratta, fanno un salto tenendo le gambe dritte e appena aperte, mentre chi sta al centro rimane immobile. Poi tocca a lui saltare, da solo. Nel momento in cui si trova sollevato da terra, però, gli altri due gli fanno uno sgambetto spingendo in avanti le gambe del malcapitato, che piomba a terra di schiena violentemente, a peso morto. Se tutto va bene, riporterà qualche livido. Il pericolo è che invece la vittima cadendo batta forte la testa, con conseguenze potenzialmente letali.

Il problema è che sempre più spesso il gioco si trasforma in tragedia. Lo scorso 17 febbraio, per esempio, è successo a Bergamo, dove un ragazzino di 14 anni è stato ricoverato per avere riportato una trauma cervicale causato dallo Skullbreaker. La polizia postale, preoccupata dal proliferare dei video del gioco sui social, avverte sul suo sito Internet: “Si tratta di un comportamento molto pericoloso: la mancanza improvvisa di appoggio mentre si salta comporta una caduta senza controllo che può determinare lesioni, fratture di arti, svenimenti ed ematomi cerebrali”. Altro che scherzo. Anche le cronache dal resto del mondo informano che lo Skullbreaker Challenge sta diventando una mania tra i ragazzini. Con esiti nefasti ovunque.

In Brasile è morta l’11 novembre 2019 la sedicenne Emanuel Medeiros; il 12 febbraio è stato un giovane studente del liceo Enrique Tejera a Guacara, in Guatemala, a perdere la vita. E un’altra vittima è segnalata in Honduras. Il timore maggiore è che Skullbreaker Challenge si trasformi, per i tragici risultati, in un novello Blue Whale Challenge, la sfida su Internet che ha provocato decine di morti. Imbrigliava i partecipanti in una spirale di orrore lunga cinquanta giorni, nel corso dei quali bisognava affrontare prove sempre più insensate. Fino alla follia dell’ultima: salire sul tetto di un palazzo e buttarsi di sotto. Sembra impossibile, ma tanti giovani si sono suicidati così.



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