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CLUB BRUGGE LAZIO FORMAZIONI CRONACA – La Lazio vive un’altra notte dal fascino europeo. Dopo il trionfante debutto casalingo contro il Borussia Dortmund, la squadra di Simone Inzaghi ha affrontato con coraggio la prima trasferta di Champions League. Finisce 1-1 contro il Club Brugge una partita di sofferenza e sacrificio.



Succede tutto nel primo tempo: in avvio è Correa a sbloccare il risultato con un preciso mancino dal limite. La Lazio controlla la partita, ma un’ingenuità di Patric regala un calcio di rigore ai padroni di casa. Vanaken batte Reina. Nella ripresa piovono occasioni da una parte e dell’altra. Il portiere spagnolo salva su Dennis e Rits,Milinkovic Pereira sciupano il possibile vantaggio ospite. Finisce così 1-1, con le due squadre che mantengono il primato del girone, a quota 4 punti.

Con dodici assenze e rotazioni decimate, la notizia più incoraggiante è che la Lazio lascia il Belgio con l’amarezza di non aver raccolto i tre punti. Mentalità da Champions, ora però serve anche un pizzico di fortuna. Club Brugge Lazio, di seguito le formazioni ufficiali, la cronaca e dove vederla in tv.

Tutto in una notte. Quella di oggi , orario di inizio le 18,55. Palcoscenico, l’Olimpico. Tra la Lazio e gli ottavi di finale di Champions c’è il Club Brugge. I biancocelesti hanno due risultati: se non perdono sono tra le prime 16 in Europa. Match delicato che si porta dietro sia il prestigio che un non indifferente peso economico.

Il pareggio di Dortmund ha aggiunto altri 900 mila euro al conto parziale dei ricavi, già salito a 35 milioni complessivi dall’inizio del torneo. La qualificazione agli ottavi di finale vale tuttavia un assegno da 9,5 milioni più il bonus legato al risultato con i belgi: altri 2,7 in caso di vittoria oppure 900 mila se dovesse uscire un pareggio martedì all’Olimpico. Non certo briciole, considerando anche i conti del club peggiorati con l’emergenza-Covid (15 milioni di rosso e fatturato ridotto da 122 a 104 milioni).

L’occasione è da non perdere e la pressione è tutta sui romani. come evidenziato ieri dal portiere belga Mignolet: «Dobbiamo crederci dall’inizio, anche perché non abbiamo nulla da perdere. Abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari, anche se Immobile e Luis Alberto non hanno giocato qui in Belgio, abbiamo affrontato comunque una Lazio forte. Poi abbiamo fatto una bella partita contro lo Zenit. Adesso possiamo giocare a calcio in libertà, lo scenario inverso rispetto a loro che giocano in casa e sono obbligati a qualificarsi per la posizione attuale in classifica e per le aspettative. Forse possiamo approfittarne».

Inzaghi la pensa diversamente e per superare l’ultimo ostacolo attende conoscere le notizie dall’infermeria. Da valutare infatti ci sono le condizioni di Caicedo (uscito malconcio dal match di Cesena) oltre a quelle di Patric e Correa, entrambi assenti nella seduta di ieri. Lo spagnolo soffre di un forte torcicollo, mentre il fantasista argentino sabato è rimasto in panchina per a causa di un risentimento al polpaccio (avvertito nella rifinitura di venerdì).

Senza dimenticare Luiz Felipe che è apparso in grande difficoltà nel match con lo Spezia: pronto Hoedt. In porta toccherà ancora una volta a Reina che sembra ormai aver superato la concorrenza di Strakosha. Approfittando del problema Covid avuto dall’albanese (al quale si è aggiunta qualche incertezza) l’ex Liverpool è diventato titolare. I risultati gli danno ragione: con lui in porta la Lazio ha conquistato tredici punti in cinque gare di Serie A (unico pareggio con la Juventus), rilanciandosi dopo un inizio di torneo tutt’altro che semplice. Anche contro lo Spezia, Pepe è stato decisivo con le sue parate, ma soprattutto con la sua personalità. E in una serata come quella di domani, dove servirà esperienza e carisma, Simone Inzaghi non può farne a meno.

Come vedere Lazio – Club Brugge in diretta tv e streaming

Lazio Club Brugge si disputerà, Domenica 6 dicembre 2020, alle ore 20.45  La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite.

 Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.

La Lazio tra le prime 16 d’Europa non ci rientra da vent’anni. Oggi all’Olimpico contro il Bruges la squadra di Simone Inzaghi avrà due risultati su tre a disposizione. Manca un punto per la qualificazione agli ottavi di Champions, mentre con una vittoria c’è sempre la chance di centrarli addirittura da primi del girone se il Borussia non dovesse vincere con lo Zenit.

Il tecnico biancoceleste la vede «come se fosse una finale», anche perché la simmetria secondo lui funziona sempre: «Solitamente le finali finora le abbiamo giocate sempre molto bene e speriamo che sia così anche stavolta. Per noi è molto importante, può valere la storia del nostro club perché è vent’anni che non entriamo negli ottavi di Champions».

Ne è talmente certo, Inzaghi, che da un lato risponde così a chi gli fa presente che l’ultima volta che la sua Lazio aveva avuto due chance su tre di qualificarsi (alla Champions, ultima di campionato persa con l’Inter 2-3 all’Olimpico nel 2018) l’ha sciupata malamente: «Ma al di là di quella partita, me ne vengono in mente altre come la finale (Supercoppa italiana 2019, ndr) con la Juve a Rihad, o la finale con l’Atalanta (Coppa Italia 2018/19, ndr).

Ne abbiamo giocate anche altre. La squadra è consapevole, sarà come una finale, dovremo interpretarla nel modo giusto». E poi a chi gli chiede se oggi può essere considerata la gara della svolta, lui replica togliendo anche il condizionale: «Penso che in questo cammino in Champions siamo andati oltre le attese, ma io ho sempre creduto di poter passare il turno».

Poco prima aveva chiarito che «passare il turno per noi sarebbe come mettere un’altra medaglia nella nostra bacheca. Mancano 90 minuti, serve una squadra con mente libera, grandissimo cuore e consapevolezza».

«Giungere agli ottavi sarebbe il coronamento di 5 anni di lavoro? – conclude Simone Inzaghi – Penso proprio di sì, anche se bisogna sempre migliorare. Non bisogna però dimenticare che questo gruppo sono ormai quattro anni e mezzo che mi sta dando grandi gioie».

ROMA. Inzaghi prova a confermare l’undici che ha pareggiato a Dortmund una settimana fa. Gli unici veri dubbi sono in attacco dove il Tucu Correa non è al top ma cercherà di stringere i denti. Se l’argentino non dovesse farcela è pronto Caicedo. Mentre in difesa si va verso l’inserimento di Luiz Felipe e Hoedt con Acerbi sul centrosinistra.

A centrocampo, spazio a Lazzari e Fares (qualche chance per Marusic) sugli esterni, mentre in mediana tutto confermato con il duo Milinkovic-Savic e Luis Alberto a protezione di Leiva in regia. In porta giocherà ancora Pepe Reina, ormai il titolare per Simone Inzaghi dopo essersi preso i pali dalla gara d’andata del 28 ottobre relegando Thomas Strakosha in panchina con la sola eccezione di Lazio-Udinese 1-3: «Il perché lo deve dire il mister – chiarisce lo spagnolo – ma il vantaggio è che qualsiasi dei due può giocare in qualsiasi momento.

Questa deve essere solo una fortuna, non fonte di polemica». In appena cinque mesi, l’ex portiere di Napoli e Milan, si è preso stima e fiducia del tecnico. Grazie anche alla sua capacità di entrare subito nelle grazie dello spogliatoio come uno tra i leader più apprezzati dai compagni.

Merito dell’esperienza che porta Reina oggi a spiegare il modo di approcciare un certo tipo di partite da dentro o fuori: «La squadra è assolutamente consapevole delle sue forze. È una partita speciale con il sapore di una finale. Ma dobbiamo conservare il senso di divertimento e fare le cose che vengono preparate in settimana.

Sappiamo che il Bruges palleggia e a tratti in partita ti fa soffrire e correre. Serve un’ulteriore umiltà e sapere che nella partita ci saranno altre due tre partite da giocare».  Quando si dice la leadership. Non basta saperci fare con i piedi o con le mani nel suo caso. Perché le parole assumano un peso specifico maggiore occorre anche la portata delle riflessioni.

Non solo per la Lazio oggi si può fare la storia: il Bruges non entra tra le prime 16 d’Europa da 43 anni, quando centrò la finale dell’allora Coppa dei Campioni 1977/78: «Arrivati a questo punto possiamo scrivere la storia. Roma è un posto perfetto per scrivere la storia», ha detto ieri il tecnico belga Philippe Clement. In dubbio Vormer a centrocampo e Deli in difesa. Probabile il tridente in attacco con Diatta e Lang ai lati di De Ketelaere.

Come una finale. Che si gioca in casa (anche se senza pubblico) e con due risultati su tre a disposizione. La Lazio questa sera all’Olimpico può centrare una qualificazione agli ottavi di Champions che manca da venti anni. Un traguardo storico che ha un ostacolo di nome Bruges. Non insormontabile, dunque, anche considerando che alla squadra di Inzaghi basta un pareggio per farcela. Ma, proprio per questo, la partita è insidiosissima. Rifare la storia Nei suoi quattro anni e mezzo di panchina biancoceleste Inzaghi ha riscritto la storia del club in vari momenti. Ha innanzitutto messo in bacheca altri tre trofei (una Coppa Italia e due Supercoppe italiane), ha raccolto parecchi record societari (migliore serie utile, migliore striscia di vittorie consecutive, maggior numero di punti e di vittorie in un campionato). Ha riportato, nella scorsa stagione, la squadra a lottare per lo scudetto. E l’ha riportata in Champions dopo tredici anni. Adesso ha la possibilità di cogliere un altro risultato storico. Non solo perché sono venti anni che la Lazio non scollina la prima fase della Champions. Ma anche perché in assoluto ci è riuscita soltanto due volte. Venti anni fa, nella stagione 2000-01, quando dopo aver superato il primo girone fu eliminata nel secondo (all’epoca la formula prevedeva due gironi eliminatori e poi direttamente i quarti) e nella stagione precedente, quando superò sia il primo sia il secondo girone e fermò la sua corsa ai quarti con il Valencia. Nelle due occasioni Simone Inzaghi era in campo. Venti anni dopo insegue il tris da allenatore: «Sì, è comeuna finale – dice il tecnico – e in questi anni abbiamo giocate molto bene le finali.  Spediriamo sia così pure stavolta». Il nemico peggiore, più che il Bruges, potrebbe essere il cosiddetto «braccino», la paura di bloccarsi davanti al traguardo. La Lazio ha un precedente poco incoraggiante: due anni fa all’ultima di campionato fallì la qualificazione in Champions con l’Inter pur avendo due risultati su tre a disposizione. Ma Inzaghi scaccia i fantasmi:«Oltre a quella partita con l’Inter mi vengono in mente la finale di Supercoppa con la Juve a Riad, o la finale di Coppa Italia con l’Atalanta». Fattore esperienza In un match in cui la testa conterà più delle gambe fondamentale sarà l’apporto degli uomini di esperienza. La Lazio ne ha diversi, ma due in particolare saranno quelli che dovranno prendere per mano la squadra: Pepe Reina e Lucas Leiva che in Champions hanno vissuto tante battaglie, molte delle quali insieme nel Liverpool. «La squadra è consapevole della sua forza – dice Reina -, è una partita speciale, col sapore di una finale. Dobbiamo avere sempre il senso del divertimento e fare in campo le cose provate in allenamento. Il Bruges è una squadra che ti può far soffrire e correre. Ci saranno 2-3 partite diverse in 90 minuti, dovremo essere molto umili». In ballo c’è un discorso più ampio del risultato sportivo. La qualificazione agli ottavi garantirebbe infatti altri 9,5 milioni che si aggiungerebbero ai circa 35 già sicuri per la Lazio. «Tanto noi quanto la società vogliamo fare un altro passo in avanti », conferma Reina. Fattore Ciro Fattore esperienza decisivo, dunque. E se non dovesse bastare c’è sempre il fattore Ciro. Contro il Bruges Immobile può portare a 9 il numero di partite consecutive in cui va sempre in gol. E sarebbe record societario, che adesso condivide con Fulvio Bernardini, l’unico capace – quasi cento anni fa – di segnare per otto partite di fila con la maglia della Lazio. L’attaccante laziale insegue l’ennesima marcatura anche per confermare il suo buon feeling con la Champions. Con i 4 gol (in 3 partite) di quest’anno ha portato il totale a 7 (su 8 partite giocate da titolare). Niente male per uno di cui si diceva che segnasse solo nel campionato italiano. Stasera Ciro avrà di nuovo al suo fianco Correa (l’argentino aveva saltato lo Spezia per un affaticamento). Lazio quindi con la formazione migliore. Per la partita che la può proiettare nella storia.



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