Uomini e donne anticipazioni oggi 18 novembre 2020, trono classico o trono over



Terzo appuntamento settimanale con Uomini e donne

Continua la programmazione di Uomini e donne. Oggi 18 novembre va in onda il terzo appuntamento con i protagonisti del trono over e classico. Stando agli spoiler circolati sul web, nella puntata odierna Gemma Galgani sarà di nuovo al centro dello studio. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci svelano le anticipazioni fornite da il vicolo delle news.



Trono over: Gemma già invaghita di Maurizio, Sabina chiude con Nicola

Le anticipazioni di uomini e donne relative la puntata di oggi si concentrano molto su Gemma. la dama ha chiuso la sua conoscenza con Biagio e ora svela a Maria di aver preso il numero di un altro cavaliere.Si tratta del 50enne Maurizio e da parte di lei pare esserci già una cotta. I due sono stati beccati anche insieme nelle strade di Roma mano nella mano e in atteggiamenti molto intimi. Pare che lui sia molto conosciuto tra l’altro nel mondo dello show business.

Biagio, invece, la scorsa volta aveva promesso che a breve avrebbe preso una decisione su chi concentrarsi tra Sabina e Gemma, ma proprio la prima dama sembra non voler più continuare la conoscenza con lui. Infine, è la volta di Michele che dopo aver chiuso con Roberta chiude anche con Giada. La ragazza, però, sente anche Armando ed è rimasta per lui. Insomma il bel napoletano è rimasto “solo” a Uomini e Donne. Riccardo, l’ex di Ida Platano, è invece uscito con Giulia e si sente anche con Roberta Di Padua

Trono Classico:  Gianluca resta senza corteggiatrici, Davide vicino a Chiara

Nella puntata di oggi in onda come sempre alle 14.45, il pubblico da casa avrà modo di vedere anche il trono classico. Gianluca ha richiamato Gabriella perché l’ha pensata molto ma lei non è voluta tornar. Il tronista rimane senza corteggiatrici per ora. Davide invece è uscito con Chiara, è lei ad organizzare l’esterna ed i due appaiono molto complici, lei gli fa conoscere anche il padre tramite una videochiamata.

Con Beatrice invece le cose sembrano più complicate, perché lei la scorsa volta non si è comportata bene. Dopo l’esterna la ragazza si sfoga, piangendo con la redazione di Uomini e Donne. Beatrice spiega che in realtà pensa sempre a Davide ma che ha detto quelle parole solo in un momento di rabbia e che non sa più che fare per farglielo capire. Alla fine Davide decide di ballare con Chiara.

Gemma su Proietti

Il triste commiato di Gigi Proietti mi fa interrompere volentieri le mie puntate autobiografiche, in ordine cronologico, per dedicare i miei personali ricordi a questo artista straordinario, che non soltanto ho avuto la fortuna di conoscere, ma con cui ho addirittura intrecciato un bellissimo rapporto di amicizia, anche con la sua meravigliosa famiglia! L’ho incontrato per la prima volta nel lontano millenovecentosettanta, quando rivestivo il ruolo di ufficio stampa del Teatro Alfieri e lui, insieme al grandissimo Renato Rascel, debuttava con lo spettacolo Alleluja Brava Gente, una commedia musicale in due atti scritta da Garinei e Giovannini.

Avevo appuntamento con loro nel primo pomeriggio, per l’ordinario sopralluogo in teatro, passaggio obbligato prima di ogni grande evento. Inutile dire che traboccavo di emozione solo al pensiero di vederli, ma Gigi (mi permetto di chiamarlo così) mi mise subito a mio agio: mi venne incontro con un gran sorriso! . In un secondo tempo venni a sapere che il protagonista, insieme a Rascel, doveva essere Domenico Modugno, oltretutto autore delle musiche ma, poco prima del debutto, per motivi non ben precisati se di salute, di scetticismo verso il personaggio che doveva interpretare o semplicemente per divergenze con l’altro interprete, rinunciò a calcare il palcoscenico. Garinei e Giovannini andarono così al Teatro Stabile dell’Aquila, dove Gigi era impegnato con l’Operetta di Gombrovicz, per vedere questo giovane

talento, in grado di recitare e cantare in modo straordinario. Gli proposero subito la parte, vincendo tutte le perplessità che aveva Gigi nel tuffarsi in un filone musicale del teatro e, alla fine, accettò. Il successo fu incontenibile, quaranta repliche con il tutto esaurito e persino il doppio spettacolo nei giorni festivi, lo mi sono goduta ogni serata dal balconcino della galleria, proprio vicino al palcoscenico, dove ero solita prendere posto quando tutto il resto del lavoro era terminato.

Che meraviglia vederli recitare insieme, sia loro due che il resto della compagnia, con cui c’era un affiatamento che si toccava con mano, soprattutto con la protagonista femminile, la splendida Giuditta Saltarini, poi compagna e moglie di Renato Rascel. Lui e Gigi si divertivano così tanto mentre recitavano che, loro per primi, trattenevano a stento le risate e, dietro le quinte, vedevo Gigi far tesoro della capacità di Rascel di dominare la scena, così come accolse il suo prezioso suggerimento di essere sempre se stesso, senza cercare d’imitare altri artisti.

Incontrai di nuovo Gigi al debutto dello spettacolo A me gli occhi please, altre quaranta repliche con il tutto esaurito anche in questo caso, dove lui, da solo, un camicione bianco, era in compagnia di un baule, da cui traeva spunti di storie e personaggi assurdi seppur reali e dei suoi amati musicisti: insomma, una delle prove teatrali più riuscite e uniche di sempre. Ebbi così modo di apprezzare anche il rispetto che lui ha sempre avuto non solo per il pubblico, ma anche per tutti i suoi collaboratori, che spesso diventavano amici con cui condividere il tempo libero, come il famoso Mario Bussolino, suo affidabile e leale amministratore di Compagnia.

Anche il pubblico di Torino, ritenuto uno dei più difficili e severi, un po’ temuto da tutti gli artisti, lo aveva sempre accolto con calorosità ed entusiasmo, spesso dedicandogli standing ovation e interminabili applausi e lui se li meritava davvero tutti. La permanenza in teatro e legato uno dei periodi più beilli della mia vita professionale, die ricordo come una festa continua perché, dopo lo spettacolo, era mia premura organizzare eventi sempre diversi per lui e lutti i suoi collaboratori, anche con altri ospiti rinomati, come Pippo franco. Ricordo anche con affetto tantissimi aneddoti: per esempio, quando una sera mi chiese una minestrina in camera perché era raffreddato e io, disperata, non sapevo proprio dove procurargliela.

Per fortuna il mio amico Vittorio Urbani, rinomato ristoratore di Torino, mi venne in soccorso e la minestrina ebbe la meglio sul raffreddore! Anzi la trovò così buona che nelle serate successive, dopo lo spettacolo, volle sempre cenare da Urbani. Altro ricordo indelebile fu ricevere la visita di Gigi e Sagitta a Fiuggi, dove mi trovavo ed ero in compagnia del mio fidanzato di allora, Marcello di Paola, noto architetto molto ben visto anche da Sagitta, ex guida turistica svedese e sua inseparabile compagna di vita. Per favorire la nostra relazione, Sagitta invitò Marcello a Roma, con il pretesto di chiedere i suoi preziosi suggerimenti per la loro casa sull’Ap-pia ma, in realtà, alla fine andai soltanto io perché nel frattempo, purtroppo, ci eravamo lasciati. Ne trassi comunque conforto perché ricordo che, in quella casa, si respirava tanta gioia, armonia, serenità e affetto, lo stesso che Sagitta, donna meravigliosa, rivolgeva sempre a Gigi anche nel privato.

In seguito, ci siamo visti ogni volta che portava il suo spettacolo a Torino, proprio al Teatro Alfieri di cui ero diventata direttrice e l’ultima occasione, invece, è stata al Teatro Colosseo con tanto di cena post spettacolo come ai vecchi tempi. Oltretutto, Claudia Spoto, la proprietaria del teatro, sapendo l’affetto che mi legava a Gigi, mi permise di avere il posto a tavola accanto a lui e di questo le sono tuttora grata. Un altro ricordo indelebile da unire a tutti gli altri, tanto che non voglio parlare di lui come artista, ma come uomo e amico.

Come spesso accade, poi, le sue velleità erano tutt’altre, mi confidò che avrebbe voluto studiare Medicina ma, una sera, dopo aver assistito a uno spettacolo teatrale, si convinse che quella dell’attore sarebbe stata la sua professione e meno male! Fiumi d’inchiostro sono stati stesi sulla sua bravura, tanto da essere definito
il moderno Petrolini, un attore, drammaturgo, cantante, sceneggiatore, compositore e scrittore italiano specializzato nel genere comico di inizio Novecento. Ciò nonostante, ironizzava anche sul suo successo dicendo che, forse, il pubblico lo sopravvalutava e affrontava la vita, giorno per giorno, sempre con il sorriso sulle labbra, scherzando persino sulla sua data di nascita: «Il due Novembre… pensa un po’ tu, il giorno dei morti!» e il giorno dove il destino ha voluto che la sua vita avesse inizio e fine.

Hi sento di dire di aver perso un caro ami co, amatissimo da Sagitta e orgoglioso delle sue due figlie Susanna e Carlotta, a corollario di una famiglia meravigliosa di cui, a volte, mi sono sentila un po’ partecipe; insieme a Susanna, trascorremmo anche un Capodanno a Torino insieme, organizzalo da Sabrina ferini! Abbiamo condiviso momenti di spensieratezza, per esempio quando a Torino andammo insieme in un Centro Antitabacco per smettere di fumare e lui ci riuscì, io no; così a una sua prima teatrale, Sagitta non voleva che lo dicessi e così per salutarlo misi una mentina in bocca affinché non si avvertisse l’odore del fumo!



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