Valeria Marini difende Vittorio Cecchi Gori: ” E’ malato non può stare in prigione”



Le persone che l’hanno amato gli si stringono attorno. Vittorio Cecchi Gori, condannato in via definitiva per il crac della sua casa di produzione cinematografica e destinatario di un ordine di carcerazione per scontare 8 anni e 5 mesi di reclusione, ha avuto un malore ed è stato ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma.



A favore dell’imprenditore che ha fatto la storia del cinema italiano, producendo mille film e vincendo diversi premi Oscar (per Mediterraneo, Il postino e La vita è bella), si è levato un coro di solidarietà dal mondo dello spettacolo italiano.

Tra queste voci si sono sentite quelle di Lino Banfi e Christian De Sica, ma anche quelle delle due donne della sua vita: l’ex moglie Rita Rusic e Valeria Marini, con la quale ebbe una lunga relazione dopo il divorzio. In collegamento a Domenica Live, la Rusic ha raccontato come il produttore si sia sentito male e sia stato trasportato al Policlinico Gemelli subito dopo aver ricevuto la notizia della condanna in Cassazione. «L’ho accompagnato in ospedale», ha dichiarato la produttrice di origine croata. «Lui soffre di una serie di patologie.

Abbiamo il massimo rispetto per i giudici, ma vorrei far capire che Vittorio non potrebbe mai stare in un carcere. Non è autosufficiente nel vivere quotidiano: deve pagare, ma non deve morire per questo». I guai giudiziari dell’imprenditore erano cominciati nel 1999 quando Cecchi Gori, allora pure presidente della Fiorentina, vide naufragare contemporaneamente gli affari e il matrimonio. L’anno successivo si separò da Rita con un divorzio milionario. «Vittorio ha scelto i suoi vizi a discapito della famiglia e del lavoro», aveva dichiarato la Rusic in un’intervista all’epoca. «Un crollo verticale il suo, si è giocato tutto, soprattutto l’affetto dei figli.

Certi vizi ti dominano e non li controlli più: io, moglie e madre, ho cercato di aiutarlo a uscirne, ma non c’era più niente da recuperare. Eravamo tutti a pezzi. Andavo a trovarlo a Regina Coeli, gli sono stata accanto anche quando subì un intervento, non volevo abbandonarlo». Nel corso di due decenni l’imprenditore toscano è stato condannato diverse volte per dissesti finanziari. «Produceva e distribuiva centinaia di film all’anno, era presidente della Fiorentina e senatore. L’impressione è che facesse troppe cose e a un certo punto abbia delegato e sia stato mal consigliato », racconta Marco Spagnoli, regista con Simone Isola del documentario Cecchi Gori una famiglia italiana, al cinema prossimamente. «Un uomo geniale, anche più del padre Mario, da cui ha ereditato l’azienda: è stato Vittorio a trasformarla in un impero internazionale.

La cosa incredibile è che la Cecchi Group nel 2006 valeva un miliardo e 400 mila euro eppure non è riuscita a sopravvivere. Il nostro film sostiene la tesi di Valeria Marini, secondo la quale ci fu una vera congiura contro di lui. Vittorio era esposto su troppi fronti e quando scoppiò la tempesta fu lasciato solo». Le cronache raccontano che nel 2002 fu arrestato per il fallimento della Fiorentina, nel 2008 e nel 2011 per bancarotta fraudolenta. Per il crac finanziario l’imprenditore era stato condannato in secondo grado nell’ottobre del 2018, ora è arrivata la condanna è definitiva. La giustizia ci ha messo vent’anni durante i quali la salute del condannato è degenarata al punto da non consentirgli di sopportare una detenzione. «Ciò che sconvolge di più», prosegue Marco Spagnoli, «è quanto la Cecchi Gori Group sia stata rimossa dalla memoria nazionale.

L’uomo ha commesso molti errori, ma questo non giustifica che si possano dimenticare i suoi immensi meriti e il valore che ha dato alla cultura di questo Paese. Da Fellini a Verdone, a Bertolucci, sono tantissimi i registi che hanno lavorato grazie a lui. Vittorio ha avuto intuizioni uniche: per fare solo due esempi, ha prodotto L’armata Brancaleone di Monicelli e …altrimenti ci arrabbiamo!, il primo film non western con Bud Spencer e Terence Hill». Anche Valeria Marini gli ha manifestato sostegno e affetto. La notizia del malore di Cecchi Gori l’ha raggiunta nella casa del Grande Fratello Vip da dove ha espresso la sua proccupazione. «Mi dispiace perché non si merita questo, poiché aveva da poco ritrovato la salute», ha dichiarato. «Sono vicina anche a Rita che, sono sicura, gli darà una mano assieme ai figli». Uno slancio di solidarietà femminile non sempre presente in situazioni familiari e sentimentali ingarbugliate.

La Marini era assieme a Cecchi Gori anche nei giorni più drammatici della vita del produttore: nel 2001, indagato per riciclaggio, ebbe l’appartamento romano perquisito dalla guardia di finanza che trovò una busta di cocaina in cassaforte. «Valeria lo ha sempre difeso e ci teneva particolarmente a partecipare al nostro documentario, sebbene non sia apologetico », conclude Spagnoli. «Cecchi Gori è un uomo di genio e carisma, ma è anche solo e percorso da incredibili contraddizioni che, alla fine, l’hanno distrutto».



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