Amadeus su Sanremo le ultimissime



Mentre trapelano, come ogni anno, le indiscrezioni sui maxi compensi degli ospiti chiamati da Amadeus all’Ari-ston, in realtà potrebbe saltare proprio tutto. Colpa di un tweet del ministro Franceschi («No al pubblico in sala, nemmeno figuranti») che spiazza il conduttore: «Basta, rischio l’infarto, mollo!», si sarebbe sfogato.



Il sindaco di Sanremo annuncia un rischio default del Comune se salta la kermesse; in Rai scoppia il panico… Tutta la cronaca e i retroscena. Si naviga a vista

Milano, febbraio on buona pace di Ibrahimovic, tra i primi ad avere detto sì al Festival 2021, forse servirebbe proprio un rito magico, di quelli per cui il milanista ha sfottuto il rivale Lukaku, per capire come andrà a finire la crisi Sanremese.

Che si complica poi intrecciandosi alla crisi di Governo visto che l’ultima firma attesa in queste ore spetta al ministro della Salute Roberto Speranza. Dovrà varare lui, sempre che riesca a rimanere in sella anche con il nuovo esecutivo in via di formazione, le norme di sicurezza che la Rai sta sottoponendo al Comitato Tecnico Scientifico; gli esperti che stabiliscono le misure anti Covid e che tra zone rosse, arancioni o gialle, forse mai avrebbero immaginato di doversi occupare pure di canzonette.

La faccenda sembrava sbloccata con le mosse di Amadeus e Fiorello, direttore artistico e suo fidato colonnello, per garantire uno spettacolo in tutta sicurezza e senza dover spostare ulteriormente le date, fissate dal 2 al 6 marzo.

L’idea era di usare figuranti, magari a coppie di conviventi, per riempire l’Ariston equiparandolo a uno dei tanti altri studi tv che in questo periodo adottano questa soluzione. Non pubblico pagante a teatro, ma pubblico pagato e tamponato in tv. Perché Sanremo è Sanremo, pandemia o no.

La Rai e anche i discografici non possono rinunciarci. È un bonus, l’unico a costo zero per lo Stato, per rilanciare il mondo della discografica fermo da mesi, e che l’anno scorso ha portato nelle casse di viale Mazzini 37 milioni di euro, a fronte di 18 milioni di costi, con un guadagno di 21 milioni. E già stanno andando a ruba gli spot di 30 secondi, durante le 5 serate, a un costo medio di 200mila euro l’uno. Un bonus che ora rischia di saltare, visto che persino il placido Amadeus minaccia di mollare tutto protestando: «Altro che Covid, rischio l’infarto».

La goccia che ha fatto tracimare il direttore artistico è stato un tweet del ministro della Cultura Dario Franceschini, un no secco alla sala dell’Ariston piena: «Il teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile», ha scritto il ministro, raccogliendo le proteste del mondo di cinema e teatri, chiusi da mesi, che sentono come una ingiustizia le luci accese in un’unica sala in Italia, quella del Festival.

Amadeus punta i piedi, per lui senza pubblico non esiste gara di canzoni. E non ne vuole sapere di rinvio a maggio, idea gradita invece a molti artisti e pure al Comune di Sanremo. Il sindaco Alberto Biancheri dice chiaramente: «Senza Festival il Comune rischia il default, ma bisogna salvare lo spettacolo nel rispetto delle norme anti Covid, e senza danneggiare gli alberghi e quindi l’intera economia cittadina».

In sintesi, meglio un Festival a maggio, a emergenza Covid meno acuta di oggi (si spera), per garantire alla cittadina il movimento più libero di addetti ai lavori, discografici, giornalisti, fotografi, radiofonici, fan davanti agli hotel delle star, magari persino i ristoranti riaperti nella mitica Piazzetta Bresca. Tutti effetti “collaterali” della rassegna su cui in realtà, più che sulla sala del teatro, si accentrano le preoccupazioni degli esperti del Cts.

È la movida sanremese, linfa per la cittadina. Ma se le date restassero confermate a inizio marzo si parla di sala stampa dimezzata, accessi limitati per i fotografi, persino per i consueti drappelli intorno a ogni artista: manager, addetto stampa, stylist, confidente…

Stavolta, invece, ogni cantante potrebbe portare una sola persona. Fate un po’ i conti di quante stanze di albergo rimarrebbero vuote. Anche per questo è tramontata l’idea delle 500 persone da ospitare su una nave da crociera, da cui uscirebbero solo per arrivare in bus in sala, senza altri contatti esterni. Per Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, lo spazio ristretto di una nave può essere un luogo di protezione ma anche il luogo ideale per la diffusione del virus.

Più che sulla nave, il Festival, mentre scriviamo è in alto mare, un groviglio intricato peggio della crisi di governo dove però, a posto del pacato presidente Mattarella, a smistare piani e ipotesi ecco Pad Rai Fabrizio Salini, ma anche lui a fine mandato e da molti accusato di immobilismo. Servirebbe una scialuppa di “responsabili” e un mandato esplorativo magari al direttore di Rai Uno, Stefano Coletta, uomo delle mediazioni, per uscire dall’empasse e non buttare tanto lavoro fatto.

La scenografia in parte già montata all’Ariston, i contratti sui compensi pattuiti. A partire da Amadeus che, se mollasse, lascerebbe sul piatto circa 500mila euro, mentre per Fiorello la Rai ne ha pronti 250mi-la euro, per entrambi stesso compenso del 2020. Il Milan assicura che Zlatan Ibrahimovic non salterà neanche una serata, sebbene i rossoneri abbiano ben due impegni di campionato. Per Ibra previsti 50mila euro a serata, 250mila totali.

Achille Lauro dovrebbe guadagnare lOOmila euro dalle sue creative perfomance, una per serata. A Elodie, conduttrice in una delle cinque date, promessi 25mila euro. Stesso gettone, per tutte le dive, o anche divi, che Amadeus sogna di far sfilare al Festival numero 71. Tra questi anche i nomi che fino all’ultimo non sapremo quanto siano solo operazioni di marketing. Come il tormentone Can Yaman, spalmato in tutte le salse e schermi, magari da affiancare alla prezzemolina Diletta Leotta, mentre è aperta la caccia al loro flirt vero o presunto.



Lascia un commento