Asia Argento, adesso lei riparte dai suoi figli



Parlare con Asia Argento è come aprire la scatola di cioccolatini di Forrest Gump: non sai mai quello che ti capita. Una guerriera, una mamma lupa, una donna che “è già stata punita per ogni sua distrazione o tenerezza, per ogni candida carezza, data per non sentire l’amarezza’ ’, come cantava Vasco Rossi.



L’attrice è alle Maldive con i suoi figli, Anna Lou, 19 anni, nata dalla relazione con Morgan, e Nicola, 12, avuto dal regista Michele Civetta. Li ha cresciuti con la massima dedizione e li ha portati sempre con sé: ricordiamo Asia giovanissima a Cala di Volpe che sale su una barca con Anna Lou in braccio. «Per me il massimo godimento è condividere le cose belle con le persone che amo, e i miei figli sono la parte migliore di me: che senso avrebbe guardare un tramonto da sola?».

Domanda. Come ci siete finiti alle Maldive? Risposta. «Stavo girando un film a Sankt Moritz, The Dor-mant di Jéròme Dassier, ero sola in mezzo alla neve a meno venti gradi e sognavo di andare ai tropici con i miei figli. Ho lavorato tantissimo, sono stati anni duri, parecchi anni duri: ora sto meglio, penso che ce la siamo meritata».

D. Come descriverebbe i suoi figli? R. «Sono il più grande successo della mia vita, si amano tantissimo e stanno bene insieme. Hanno sette anni di differenza ma vanno molto d’accordo. Hanno caratteri diversi, ma tratti simili: come certe timidezze nascoste che mio figlio esorcizza facendo il comico della famiglia, mentre mia figlia crea questa immagine che qualcuno definirebbe dark.

Ci sono passata anch’io da ragazza, è un bel trucchetto per sembrare sicuri di sé. Sono ragazzi pieni di curiosità, non sono dipendenti dai social: leggono, si interessano, guardano film. Mia figlia legge tantissimi libri, ama l’arte, mio figlio guarda film anche difficili, vorrebbe fare un podcast sul cinema. Hanno tanti interessi: ci piace la stessa musica, sono riuscita a influenzarli con i miei gusti e loro mi portano le cose di oggi.

Ci piace la pace, è bello anche stare in silenzio a vedere il mare e la natura. E poi abbiamo un senso dell’umorismo tutto nostro, un nostro lessico  famigliare». D. I suoi genitori, Dario Argento e Daria Nicolodi, erano spesso assenti, presi dalla loro carriera. Da chi ha imparato a essere una madre presente? R. «Mi definisco una mamma lupa, perché nel branco dei lupi la mamma porta il cibo, si occupa dei cuccioli e insegna loro a essere buoni esemplari.

Proprio perché non ho avuto buoni esempi, quando ho avuto mia figlia, a 25 anni, mi sono detta: “Voglio spezzare questa catena”. Ho capito di aver vissuto un’infanzia sbagliata, vedevo e capivo gli errori, le mancanze e le nostalgie. I miei genitori hanno scelto il lavoro e io, quando i miei figli hanno iniziato ad andare a scuola, ho messo da parte la carriera.

Accettavo film solo se vicini a casa, volevo che i miei bambini non vivessero quel senso di vuoto e nostalgia che provi quando ti senti incompreso e non amato. La cosa più bella che sia riuscita a fare è stata essere presente e amorevole. Avevano solo me su cui contare, essere la loro madre è un grande privilegio».

D. Ha detto di non amare i “maledetti” e di avere cercato sempre uomini normali. R. «Non puoi sapere che padre sarà un uomo finché non lo diventa: non avevo previsto che i padri dei miei figli sarebbero stati assenti. Però, dal punto di vista del karma, la vita passata mi ha insegnato che queste scelte le ho fatte io.

Dovevo regolare i conti della mia vita precedente, è andata così… Questo mi ha insegnato a essere prudente nei legami: non ho relazioni stabili anche per i miei figli. Mia madre ha avuto tantissimi fidanzati, durante e dopo mio padre, e questo mi infastidiva un po’, ero gelosa, e non volevo ripetere questo schema. Vivendo con i miei figli e occupandomi di loro non saprei come presentare un uomo: convivere è impensabile, finché non saranno grandi non saprei dove metterlo».



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