Carolyn Smith all’asta gli abiti di Ballando von le Stelle per combattere il tumore



L’iniziativa non le è mai mancata. E così la presidente della giuria di “Ballando con le Stelle” – che da tempo lotta contro il cancro – ne ha pensata un’altra delle sue: «Il mondo della danza è stato devastato dalla crisi. Quindi ho scelto di valorizzare il lavoro di diverse sartorie da ballo e di destinare i soldi che derivano dalla vendita dei miei vestiti a un progetto oncologico»



 Lunghi, con paillettes… Semplici, ma con un pizzico di follia. Carolyn Smith è ritornata in prima serata. E lo fa con abiti da mille e una notte. Che vengono venduti all’asta ogni settimana per aiutare la ricerca oncologica. La giudice più temuta di Ballando con le Stelle si racconta a riflettori spenti al giro di boa della nuova stagione.

Tra progetti di solidarietà, curiosità e consigli per gli aspiranti ballerini e raccontando senza filtri paure e difficoltà. Cullata e quasi protetta dai suoi luoghi del cuore: «L’Italia è la mia casa. Il Veneto la mia Scozia!».

Ha debuttato con grande successo la nuova stagione di Ballando con le Stelle: come sta andando quest’anno lo show? «C’è un cast super. Una concentrazione abbastanza rara di musicisti. Ma i personaggi sono talmente diversi che il divertimento è trasversale. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età».

È severa come ogni anno? «Io sono un giudice federale e devo emettere un giudizio di tipo tecnico. Su questo sono molto ligia alle regole. Però poi c’è il messaggio emozionale che ognuno può comunicare. C’è chi invece fa leva sull’ironia». Ci sono stati esempi di persone bravissime in aula e che poi sono franate davanti alla telecamera? «Ne ricordo uno in particolare: Gedeon Burkhard, attore austriaco della fortunata serie II commissario Rex. Bravo in aula, poi davanti alle telecamere e nel live si bloccava».

In questi anni, a suo giudizio, è emerso qualche vero talento? «Senza dubbio Michele Morrone, concorrente nel 2016. Un talento assoluto per la danza: avrebbe potuto fare il ballerino professionista». Quest’anno ha deciso di mettere all’asta gli abiti che utilizzerà di settimana in settimana, durante la trasmissione. Perché?

«Ogni anno indosso questi bellissimi abiti da sera: ma questo è particolare. Il mondo della danza è stato devastato dalla crisi. Quindi ho scelto di valorizzare il lavoro di diverse sartorie da ballo e di destinare i soldi che derivano dalla vendita dei miei abiti a un progetto oncologico. Il Covid ha messo a dura prova la continuità delle cure e degli screening».

Prosegue il progetto Sensual dance fit, in cui aiuta le donne a volersi più bene? «Sta andando alla grandissima! Forse perché non è un semplice corso di ballo. Noi donne abbiamo talmente tanti ruoli durante la giornata che alla fine rimaniamo sempre in fondo alla lista. In questo corso abbiamo visto piccoli miracoli. Ci sono stati casi di donne vittime di abusi che hanno imparato a dire no. E di un’altra cosa sono orgogliosa: durante la pandemia, nel momento in cui tantissime donne hanno perso il lavoro, io e mio marito abbiamo aperto 45 nuove scuole, creando nuovo lavoro».

Come stanno andando le cure? «Sto abbastanza bene, continuo a fare la chemioterapia. Il tumore va e viene. Le ultime Pet (ndr: tomografia a emissione di positroni), sono pulite, ma se smetto con le cure il rischio di recidiva arriva al 65%. Ho dolori dappertutto, però si va avanti. Con il sorriso».

Lei è stata tra i testimonial della terza dose. Cosa dice ai no green pass e ai no vax? «Io credo nei medici e nella scienza. Quando un medico mi consiglia il vaccino non ci penso due volte. Lo faccio. Come è sempre accaduto per tutte le vaccinazioni. Io credo che queste proteste siano state alimentate dalla confusione e dalla presenza di troppi opinionisti che hanno fatto passare messaggi equivoci».

Perché è così innamorata del Veneto? «Non lo so, mi sento accolta. Sono arrivata in Italia il 9 dicembre 1982. E dentro di me sapevo che sarei finita qui. Mi sento a casa, tra persone che mi hanno sempre aperto le braccia. Il Veneto è la mia Scozia italiana!».



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