In America per la prima volta, Harry e Meghan sono atterrati alla ”Grande Mela”



Non si è trattato di un viaggio ufficiale, anche perché non hanno più ruoli in seno alla casa reale d’Inghilterra. Ma di certo la trasferta newyorkese di Harry e Meghan è stata molto attesa e molto applaudita. I duchi di Sussex sono atterrati nella “Grande Mela” mercoledì 22 settembre per partecipare, tre giorni dopo, al Global Citizen Live, evento musicale che ha promosso la distribuzione capillare dei vaccini anti Covid.



Dato che questa trasferta è stata la prima uscita pubblica di coppia da quando si sono trasferiti negli Stati Uniti, è normale sia stata organizzata in più tappe, tutte adeguatamente documentate dal fotografo di fiducia Matt Sayles, che li ha seguiti dalla California.

Dopo essersi svegliati al The Carlyle Hotel, il preferito anche da Lady Diana – dove una notte in suite costa più di 7 mila euro – Harry e Meghan hanno fatto il primo pit stop al memoriale dedicato alle vittime della strage dell’11 settembre, di cui si è appena celebrato il ventennale, con visita alla Freedom Tower, l’edificio più alto degli Stati Uniti, sorto accanto al sito dove si ergevano le Torri Gemelle.

Con la coppia, il sindaco di New York Bill de Blasio, sua moglie Chirlane McCray e il figlio Dante. Poi, dopo un rapido cambio d’abito – Meghan ne ha approfittato per indossare un cappotto Max Mara rigorosamente cammello – si sono diretti alle Nazioni Unite per un incontro con l’ambasciatrice americana, Linda Thomas-Greenfield.

Invece, con una mise rossa, nella giornata di venerdì, la duchessa di Sussex ha fatto visita, insieme al marito, alla scuola elementare intitolata a Mahalia Jackson, cantante impegnata nella difesa dei diritti civili degli afroamericani, nel quartiere di Harlem.

Hanno parlato di alimentazione consapevole e Meghan ha colto l’occasione per leggere agli studenti alcuni brani del suo libro per bambini, The Bench. Tutti aspettavano il momento in cui il secondogenito di Carlo e consorte avrebbero messo mano al portafogli per dare seguito alle parole di solidarietà di cui sono stati assai prodighi e che hanno assicurato loro una citazione nella lista delle persone più influenti nel 2021 stilata da Time.

Ecco, proprio ad Harlem hanno compilato un assegno da 21mila euro intestato al ristorante Melba’s. Il denaro servirà a finanziare il fondo di soccorso a favore dei dipendenti del locale (e dei loro familiari) colpiti dalla pandemia. Infine, si sono diretti a Central Park sul palco del Global Citizen Live, acclamati come le star che hanno partecipato all’evento, tra cui Jennifer Lopez e Billie Eilish. Il principe Harry, come una rockstar, ha infiammato la folla chiedendo: «Siete pronti a fare ciò che è necessario per porre fine a questa pandemia? ».

Anche questa volta sono emersi soprattutto i riferimenti di stile di Meghan, in abito bianco Valentino, ispirati alla suocera Diana. Come la borsa, griffata Dior, modello Lady D-Lite, e personalizzata con l’acronimo “DSSOS” che sta, appunto, per Duchess of Sussex, il suo titolo. Da alcuni questa trasferta è stata definita un mero viaggio turistico, più seguito dai media che dalla gente comune.

Ma per i Sussex è stata una consacrazione che probabilmente rivedremo anche sulla piattaforma Netflix, visto che la coppia è stata seguita per tutto il tempo da un cameraman e che Harry è stato paparazzato con un microfono da studio televisivo. Non c’è da stupirsi: la loro è ormai una vita ben remunerata a favore di camera.

Ma non c’è successo senza polemica: i giornali, soprattutto quelli inglesi, hanno posto l’accento sul viaggio da e per New York a bordo di un aereo privato, che proprio non fa rima con le politiche a salvaguardia dell’ambiente su cui i duchi hanno messo il cappello. Scivoloni a parte, il Wall Street Journal si è chiesto: quanto durerà questo ”effetto Sussex”? Abbastanza per condizionare l’attuale storia dei Windsor. Lo dimostrarono anche Edoardo e Wallis Simpson, i duchi anti-eroi dello scorso secolo. Le grandi saghe dinastiche si alimentano soprattutto dei loro reietti, schegge impazzite che escono dal solito tracciato e profumano di umanità.



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