Lady Gaga chi è? Eta, vero nome, studi, canzoni, Soprannome, fidanzato, Michael Polansky e figli



Questo articolo in breve

Quella e molto altro è la Lady Gaga che oggi punta all’Oscar (sarebbe la seconda statuetta dopo quella per il brano Shallow del film A Star is Boni nei panni di Patrizia Reggiani ovvero Lady Gucci nel film House of Gocci in uscita il 16 dicembre.



Che Lady Gaga sia una delle donne più influenti al mondo non è più una notizia. Lo è diventata, con la rapidità divampante di un barile di tritolo, a partire dal 2008-2009, quando il suo brano Just Dance ha scalato le classifiche statunitensi e poi mondiali: è allora che è nata una stella e si è imposto un fenomeno musicale e di costume come non accadeva dai tempi di Madonna.

La ragazzina nasuta, piccoletta e castana nata a New York da una famiglia di origini siciliane e cresciuta tra scuola cattolica, pasta al pomodoro («ma con le polpette, all’americana, anche se sarebbe stato più italiano farla al ragù», ama ricordare), insulti dei bulli e tanta voglia di farsi strada, è diventata una popstar prendendo in prestito il nome d’arte dal brano Radio Ga Ga dei Queen.

Le spalle d’acciaio invece le ha sviluppate da sola, come la determinazione granitica a rivendicare la propria personalità, cosa che la accomuna evidentemente all’italoamericana Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, con cui condivide lo status di icona e di fonte di ispirazione per chiunque al mondo si senta “diverso”.

Per raccontarla si può partire dai numeri, e allora eccoli: 35 milioni di album venduti nel mondo, 32 miliardi di streaming, 12 Grammy Awards, 14 volte inclusa nel Guinness World Records. Oppure si può partire dalla stretta attualità, ossia dal film House of Gucci che la consacra interprete di primo piano anche senza che canti o si sieda al pianoforte. A Star is Borri, del 2018, arrivava dopo il successo come guest star nella serie American Horror Story (preceduto da brevi apparizioni al cinema tra il 2012 e il 2014 in Men in Black 3, Machete Kills, Sin City: una donna per cui uccidere) e la valorizzava come attrice e performer musicale.

Tre anni fa il suo affiatamento con Bradley Cooper, insieme al fatto che fossero entrambi single, aveva fatto supporre la nascita di un amore. Invece era solo nata una stella, la sua, e con Cooper si è limitata a «preparare grandi piatti di pastasciutta per grandi cene italiane insieme». Oggi niente rumors sul partner maschile di House ofGucci, Adam Driver. Mentre giravano, diretti da Ridley Scott e al fianco di altri grandi come Al Pacino, Jeremy Irons e Salma Hayek, Gaga era già fidanzata con il manager americano Michael Polansky.

Lei lo chiama «un gentiluomo d’altri tempi» ed è orgogliosa della sua totale estraneità al mondo dello spettacolo (laureato in matematica e informatica a Harvard, dirige la Parker Foundation). Per il glamour e gli eccessi basta lei, che ha consegnato alla storia outfit creati con bistecche di carne, cristalli, bolle, pupazzi, o latex come quello (rosso) con cui si presentò nel 2009 al cospetto della regina Elisabetta. Gaga-Germanotta è fatta così, anzi “bom this way”, “nata così”, dal titolo del suo album del 2011 inserito dalla rivista Rolling Storie tra i migliori dischi femminili di tutti i tempi.

E la sua immagine, rutilante involucro di un animo sensibile e vulnerabile (ha sofferto di depressione e anche per questo ha creato, con la madre Cynthia, la charity Bom This Way Foundation a sostegno delle vittime di bullismo, discriminazioni e abusi), è irrinunciabile quanto la sua onestà intellettuale. Dodici anni fa aveva dichiarato autoironicamente: «Ho un look orribile, vero? Ma funziona». Di “orribile” in “orribile”, anche se più che altro le sue scelte erano stupefacenti, è diventata vessillo della libertà di essere se stessi sempre, che si indossino stracci, bistecche o taffetà griffato.

Alla première londinese di House of Gucci era avvolta in una nuvola di chiffon viola di Gucci. Per apparire meno piccola di statura calzava, come molte altre volte, smisurati zatteroni (uno dei dettagli per cui i Kiss, senatori del rock e dei costumi sopra le righe, la amano e l’hanno eletta anni fa “quinta Kiss” ad honorem). Alla première milanese, simbolicamente importantissima perché a Milano sono state girate sequenze cruciali del film che racconta la travolgente passione e il sanguinario epilogo della relazione tra Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci, era in Versace rosso fuoco con stiletti dal maxi plateau.

«L’Italia è il posto in cui mi sono sentita più bella in vita mia», ha dichiarato qualche giorno fa, intervistata da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Non importa il brand, non importa il colore o il tipo di tacco. Non importa che per questo film abbia interpretato la mandante di un omicidio. Per la regina Mida del pop e dello spettacolo in generale quello che conta è mettere se stessa e il cuore in quello che fa. «House of Gucci è una lettera d’amore per l’Italia», afferma. E mentre lo fa non pensa solo al mondo dell’alta moda ma anche «a mio nonno Giuseppe, che faceva scarpe» e che con suo padre Joseph le ha insegnato il valore «della famiglia, dell’amore e del lavoro».



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