Lapo Elkann diverso dal fratello John ma con qualcosa che li unisce



Cosi diversi, eppure così fraternamente uniti. John e Lapo Elkann volti di una vita sotto i riflettori e di un’eredità pesante come quella del nonno, Gianni Agnelli, che ha lasciato a ciascuno dei nipoti qualcosa di sé: a Lapo lo stile, l’empatia, la capacità di accendere i cuori e la curiosità; a John il fiuto per gli affari e la capacità di portare sulle spalle pesi enormi.



Adesso che il gruppo Fca, di cui John è a capo, si è unito a Psa (il perfezionamento della fusione con le firme avverrà il 16 gennaio), formando Stellantis, il quarto colosso mondiale nel mercato automobilistico, il carico per il manager è aumentato. John Elkann sarà presidente e principale azionista (14,4%) della nuova società, con una quota più che doppia rispetto al secondo (la famiglia Peugeot e poi lo Stato francese), attraverso la holding Exor che lui guida sin dalla nascita, avvenuta nel 2009. Un passo avanti nella creazione di valore iniziata con la fusione fra Fiat e Chrysler del 2014.

E per questo, dopo aver siglato l’accordo, John ha voluto trascorrere qualche giorno a St. Moritz, raggiungendo la moglie, Lavinia Borromeo, e i figli, Leone Mosé, Oceano Noah e Vita Talita. E, nella casa gemella, c’era Lapo con la sua compagna, l’ex pilota di rally Joana Lemos.

Potremmo parlare di “presentazioni in famiglia”, visto che sono le prime immagini che ritraggono Lapo e la sua compagna con John Elkann. La sua “benedizione” è importante perché John ha vigilato in questi anni con fermezza, ma anche con amore e comprensione, su Lapo, che, ha confidato proprio  la scorsa estate, gli deve tanto. «Per me è importante l’amore degli altri, non nascondo le mie insicurezze. Sono stato insicuro e l’amore e l’affetto che sento attorno mi hanno dato grandissima forza ed energia per ripartire. Il sostegno mi è sempre arrivato da mio fratello e da mia sorella».

Perché il bello, e c’è un bello in questa storia, è che Lapo non ha mai vissuto con invidia i successi del fratello, anzi, prova nei suoi confronti un’ammirazione sconfinata, e John non ha mai condannato Lapo per i suoi colpi di testa.

Di certo sono cresciuti in una famiglia che, a un certo punto, si è separata, e hanno potuto contare l’uno sull’affetto dell’altro e della sorella, Ginevra, che nel film Magari racconta la storia di tre fratelli che ricordano lei, Lapo e John. «Sono orgoglioso di mia sorella e del lavoro che ha fatto», ci disse Lapo, «sono davvero felice di vedere uno dei sogni di Ginevra che si realizza.

Tra noi tre c’è un cordone d’amore che ci legherà per sempre, ci vogliamo un bene pazzesco e senza i miei fratelli non sarei quello che sono. Guardando il film sono venuti fuori tanti ricordi di una vita passata insieme».

La figura di Joana, legata a Lapo fin dai primi mesi della pandemia, si colloca perfettamente in questo quadro: una donna più grande, adulta, strutturata e sicura di sé, che ha tolto a Lapo quell’ ansia da prestazione che lo portava a circondarsi di donne che esaltassero il suo fascino, ma che non potevano curare le sue ferite.

«Ho tantissima voglia di mettere radici», confessò a “Chi”, «la mia insicurezza mi ha portato ad avere tanti legami, nel mio non stare bene con me stesso ho cercato conferme nelle donne per colmare un vuoto interiore. Sono grato a tutte perché ciascuna ha portato qualcosa nella mia vita. In questo momento sono un uomo molto felice perché ho accanto a una persona che mi dà tanto (Joana, ndr). Se oggi sto facendo quello che faccio è merito anche suo perché mi dà una grande mano e un grande sostegno».



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