Onorata e lusingata per essere stata scelta. Luana Ravegnini è tornata in Tv alla conduzione di Check Up, in onda il sabato mattina su Raidue. «Erano dieci anni che mancavo dal video, quindi alla prima puntata un pizzico d’emozione non è mancata.
Ma sono particolarmente contenta di fare questo programma, soprattutto in questo momento. Ho superato la boa dei cinquanta e quello che dovevo realizzare, la famiglia, l’ho realizzato. Per me dunque inizia una seconda vita: è una rinascita professionale importante che mi porta in Tv con maggiore maturità. Già in passato, sempre su Raidue, avevo condotto un altro programma a tema, Storie di salute, per cui la dimestichezza c’è».
Cosa si deve aspettare il pubblico da questa nuova edizione di un programma ormai storico? «Check Up è il programma che ha inaugurato l’informazione medica in Tv, è vero. Così, nel solco della porteremo ancora una volta all’attenzione del pubblico l’eccellenza medica del nostro Paese, grazie alla presenza in studio dei più autorevoli medici italiani.
Spesso diamo per scontato che abbiamo delle vere e proprie eccellenze in campo sanitario, ma non dovremmo mai dimenticarlo. In un momento in cui ci si interroga quotidianamente sulla medicina e i suoi progressi, vogliamo sostenere le ragioni della scienza medica e di offrire gli strumenti per affrontare la disinformazione e le fake news che invadono la nostra quotidianità. Sono davvero fiera di poter fare questa esperienza.
Tra l’altro mi sono sempre definita un medico mancato: ho la passione per le scoperte scientifiche, sono sempre stata attenta alla prevenzione e quando mi ritrovo a parlare con i medici rimango incantata». È ipocondriaca? «Nemmeno poco! Questo non è un punto a mio favore, lo so. Ho sempre paura di quello che succederà domani e dovrei godere dei piccoli momenti con maggiore leggerezza. Questo fa parte del mio carattere: sono esageratamente riflessiva.
Non le sto a dire come vivo l’emergenza Covid: mi prendono tutti in giro! Mia figlia Adele Maria alza spesso gli occhi al cielo ogni volta che le ricordo, per la milionesima volta, di fare attenzione e rispettare tutte le regole che io seguo in modo fin troppo rigoroso». Check Up va in onda da Napoli: si è trasferita? «Quest’anno farò la pendolare tra Londra, Roma, Napoli e Milano. Vivo a Londra da dieci anni, ma in questo momento mi sono trasferita a Roma: farò avanti e indietro tra la mia città e Napoli.
Per me è un privilegio lavorare in Italia: questo mi permette, oltre che di fare un programma che sento molto nelle mie corde, anche di stare vicina ai miei genitori che vivono a Roma, ai quali sono molto legata. D’estate stanno sempre con me, ma a prescindere cerco di vederli e viverli quanto più possibile, perché fra mille anni, quando non ci saranno più, sarà davvero dura per me. La famiglia per per me è il valore più importante: non caso, stare in Italia in questi mesi mi consentirà anche di stare vicina anche a mia figlia che ha deciso di iscriversi all’Università a Milano.
Adele Maria, che ha quasi diciannove anni studierà Communication, Management e Public Relation, in inglese, che ormai parla come l’italiano». Sua figlia come vive la sua popolarità? «Fino a quando ho lavorato la portavo con me, quindi sa bene come funziona il mondo della Tv.
Oggi è molto felice di questa mia occasione. Negli anni più importanti della sua vita, quelli dell’adolescenza, mi sono dedicata completamente a lei e mi sono resa conto di quanto i giovani siano interessati all’esteriorità, attraverso i social. Io, per esempio, non ho nemmeno un profilo Instagram. Anche da telespettatrice mi rendo conto che la Tv è diversa da come la ricordavo: trovo che ci sia una gran voglia di ostentare.
Oggi come dieci anni fa io non amo mettermi in mostra ed è per questo che mia figlia ha sempre vissuto il mio lavoro in modo molto normale fin da quando era piccola». Perché ha scelto di trasferirsi all’estero e com’è la sua vita in Inghilterra? «Ho seguito mio marito. Non potevo separarmi da lui per vivere un rapporto matrimoniale da pendolari. Londra, poi, è una città effervescente dove c’è tutto: arte, spettacolo, innovazione. È tutto all’avanguardia.
Da romana, attaccata alle tradizioni, non è stato facile traslocare. All’inizio non ho vissuto momenti facili, poi con il tempo mi sono abituata: nella quotidianità faccio una vita molto tranquilla, da moglie e mamma. Per indole sono molto tranquilla: avendo una casa vicino al parco sono fuori dal caos del centro, che però posso raggiungere in meno di un quarto d’ora. Aiuto mio marito nel suo lavoro, che nasce come immobiliarista e oggi fa l’imprenditore a trecentosessanta gradi, principalmente all’estero. Il trasferimento è stata una scelta di vita comune: volevo stargli accanto e volevo che mia figlia avesse suo padre vicino.
Ho fatto un passetto indietro per far sì che lo facesse lui in avanti. Ma devo ammettere che ogni volta che torno a casa provo un’emozione che non so descrivere, soprattutto oggi, dopo i mesi difficili che abbiamo vissuto senza poterci muovere da casa».
Come ha affrontato le restrizioni dovute alla diffusione del Covid? «Quello che mi stupisce di più, oggi, è vedere che tutti i buoni propositi del primo lockdown sono andati all’aria. Sembrava che fossimo diventati tutti più buoni, ma in realtà, una volta tornati ad una parvenza di normalità, siamo tutti cambiati in peggio. Se prima eravamo agguerriti contro la vita, oggi siamo agguerriti tra di noi. Per un momento sembrava davvero che il mondo era diventato un posto migliore, ma non era così. Mi rendo conto che le persone sono disorientate anche dalle informazioni spesso contrastanti che arrivano quotidianamente. A Check Up cercheremo di fare chiarezza. Che oggi serve più del solito».
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