Piace a tutti, compresi i ragazzini, Orietta Berti. Oltre sedici milioni di dischi venduti e una voce pazzesca, con il brano Mille – tormentone dell’estate cantato insieme a Fedez e Achille Lauro -, alla vigilia degli ottant’anni l’artista ha spiazzato tutti, schizzando in vetta alle classifiche.
La carriera di Orietta la conosciamo. Ma qui per la prima volta si sbottona sulla vita privata e ancora una volta riesce a sorprendere. Anche perché condisce il racconto con note maliziose e tanta ironia. Orietta, ci spiega qua) è il segreto del suo lungo matrimonio? «L’amore e il rispetto reciproci, valori che tra me e mio marito non sono mai venuti meno, consentendoci un’intesa felice. E pensare che all’inizio Osvaldo respingeva le mie avances…».
Vuol dire che fu lei a prendere l’iniziativa con lui? «Sì, Osvaldo mi piacque appena lo vidi: era un bel ragazzo che, per i suoi occhi verdi, in contrasto con i capelli scuri, assomigliava a John Travolta al tempo de La febbre del sabato sera.
Vincendo la mia innata timidezza, lo invitai a prendere un caffè per sentirmi rispondere che a lui il caffè non piaceva. Per convincerlo gli spiegai che il mio era speciale, col cioccolato dentro. Alla fine accettò, perché non gli ero indifferente come voleva far credere.
Da allora non ha mai smesso di farmi palpitare il cuore. Ringrazio mio marito perché se negli anni ho conservato la leggerezza e la gioia di vivere, lo devo al suo appoggio affettuoso e costante, in famiglia come nel lavoro». Ci racconta come fu la vostra prima volta? «All’epoca non era semplice come oggi arrivare all’intimità. Il primo bacio fu al cinema in un momento di abbandono in cui, ancora una volta, presi io l’iniziativa, senza falsi pudori perché c’era un sentimento autentico.
Per fare l’amore non aspettammo il matrimonio, anche perché Osvaldo già mi accompagnava nei viaggi di lavoro e sarebbero stato difficile resistere all’attrazione fisica. Mia madre non sospettava nulla e, quando stavamo per partire per una tournée negli Stati Uniti insieme a Claudio Villa, ci disse: “Se non vi sposate, non partite”. Così, in fretta e furia, diventammo marito e moglie, facendo contenta la mamma convinta che avremmo avuto la nostra “prima volta” da sposati» La fedeltà è un valore importante per voi?
«Sì, ma in modo diverso. Se Osvaldo si fosse concesso una scappatella, io lo avrei perdonato. Al contrario di quanto avrebbe fatto lui, geloso e rigorista. In ogni caso sono sicura che non mi abbia mai tradita e io non ho mai desiderato un altro uomo». Nemmeno col pensiero? «Pensare è diverso dal fare e la fantasia vola. Da piccola avevo una cotta per Paul New-man e in seguito confesso che avrei potuto fare un pazzia per George Clooney.
Lo incontrai alla consegna dei Telegatti in un’edizione condotta da Raffaella Carrà, rovinandole il piacere di presentarlo a sorpresa. Infatti non seppi trattenermi e, indicandolo al pubblico, dissi: “Ecco l’uomo con il quale ogni donna italiana vorrebbe andare a cena”. E mi emozionai quando George si alzò e mi baciò sulla guancia». Quale particolare fìsico la colpisce in un uomo?
«Non mi fermo mai all’apparenza e di un uomo apprezzo soprattutto intelligenza e signorilità. Anche se, parlando di fisico, confesso di essere rimasta colpita dal lato B di Roberto Bolle: una scultura».
Parliamo della maternità. «Non riuscivo a rimanere incinta e, assistita dal mio padre spirituale di allora, padre Ugolino, andai in pellegrinaggio a Fatima e a Lourdes per chiedere la grazia. Poi un giorno il fotografo di Sophia Loren, Dino Jarach, mi raccontò che la diva era diventa mamma grazie alle cure di un ginecologo svizzero, il professor De Watteville. Presi un appuntamento con lui e, mentre mi sottoponevo ai necessari controlli, scoprii di essere in attesa di un bambino. Fu una gioia immensa».
Dopo l’arrivo dei figli, però, lei non ha rinunciato al lavoro di cantante. «Sono stata una mamma sempre in viaggio, tanto che Omar e Otis sono cresciuti con le nonne, angeli custodi molto pazienti, visto che durante le mie assenze le tormentavo con continue telefonate. In famiglia poi abbiamo spesso riso insieme della mia scarsa propensione a essere una madre tradizionale. Come quella volta che il mio secondogenito Otis disse ad alcuni ospiti: “Quelle cose buone che vi offre mamma a cena non le cucina lei, ma se le fa preparare al ristorante”. E diceva la verità!».
Quali sono le armi di seduzione di una donna? «Al primo impatto la bellezza, se ce l’ha, altrimenti l’intelligenza e la simpatia. Il mio consiglio, comunque, è quello di accettarsi, come ho fatto io che avrei voluto essere magra e alla fine mi sono rassegnata a qualche chilo di troppo». Che effetto le fa essere nonna di Olivia?
«Ho sempre desiderato diventare nonna. Volevo tanto bene a una mia nipote che si chiamava come me, morta giovanissima a causa di un tumore. Una perdita dolorosa, compensata ora dalla nascita di Olivia che ha colmato quel vuoto, portando una carica di vitalità in famiglia. E una bambina vivace e intelligente che ha fatto subito amicizia con i miei nove gatti». Orietta, ha ancora un sogno nel cassetto?
«No, sono una donna appagata, grazie a una visione semplice della vita in cui la fede occupa un posto importante.
Mi ha commosso profondamente rincontro con papa Francesco che, in occasione dei miei cinquant’anni di carriera, in una benedizione speciale mi ha detto: “Chi canta bene è come se pregasse due volte”».
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