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Avanti tutta. In campionato e Europa League, senza fare differenze. Parola di Fonseca: «Non è assolutamente vero che la squadra ha mollato, scegliendo la competizione europea. Ho la sensazione totalmente opposta. Ci sono ancora trenta punti a disposizione, siamo concentrati su questo. Quindi, prima il Sassuolo e poi penseremo all’Ajax». Parole inequivocabili ma forse inevitabili.

L’impressione che la Roma pensi un po’ all’Ajax esiste e si evince da qualche scelta nell’undici odierno. Mayoral dovrebbe esser preferito a Dzeko, Veretout – convocato – non sarà rischiato e partirà dalla panchina mentre Smalling, che nei giorni scorsi si è recato in Spagna per effettuare i fattori di crescita, si proverà a recuperalo per giovedì: «Chris sta meglio, ma non è pronto per giocare. Per recuperarlo bene abbiamo avuto bisogno di più giorni rispetto a quelli che immaginavamo inizialmente, ma non vogliamo correre rischi.

Anche Jordan sta molto meglio, sarà convocato e penso che la prossima settimana possa essere di nuovo al cento per cento». Guarda caso in concomitanza con l’andata dei quarti di Europa League. La buona notizia per oggi è il recupero di Cristante, alle prese con un problema al pube: «Bryan è pronto e giocherà. La sua situazione è sotto controllo. È tornato ad allenarsi la squadra (ieri, ndr), non ci sono rischi per la pubalgia». Ed allora a Reggio Emilia sarà ancora lui al centro della difesa giallorossa, con Mancini da una parte e molto probabilmente uno tra Spinazzola e Karsdorp (favorito) dall’altra.

Nonostante le numerose assenze, la squadra di De Zerbi rimane un ostacolo da non sottovalutare: «Partita difficile, giocarci contro è sempre complicato. Dobbiamo essere al 100% se vogliamo vincere questa partita. La squadra è motivata e sta bene». Tra l’altro, per il modo di giocare, qualche analogia con l’Ajax esiste: «Sono due squadre che vogliono avere sempre la palla, ma attaccano in modo diverso. Ed io preferisco giocare contro questo tipo di squadre». Della serie: aspettare per ripartire.

Paulo, quindi, non abbassa alla guardia. E non potrebbe essere altrimenti. Il campionato di quest’anno è quantomai anomalo e potrebbe riservare (brutte) sorprese a tutti. A partire da questo turno, che arriva dopo la sosta per le nazionali. Diventa quasi un obbligo approfittare di un Sassuolo che si presenta all’appuntamento senza mezza squadra: le tre stelle Berardi, Caputo, Locatelli senza dimenticare Ferrari, Defrel, Muldur, Ayhan e Bourabia. Oggi a Reggio Emilia, si affida ad un attacco spagnolo: Carles Perez e Pedro, a supporto di Mayoral. L’ex Chelsea è pronto alla staffetta con El Shaarawy, sinora al di sotto delle attese: «Non possiamo dimenticare che Stephan è arrivato dopo e già nelle ultime partite abbiamo visto un El Shaarawy migliore. Sta crescendo ha bisogno di giocare di più e tornerà al più presto il giocatore che conosciamo», la difesa d’ufficio. Per l’azzurro un solo gol, allo Shakhtar nella gara d’andata degli ottavi di Europa League. È arrivato il momento di accelerare. Sia per lui che per la Roma.

Costruzione dal basso, possesso palla, dominio della partita e sfruttamento massimale dell’ampiezza del campo. A vederla così sembra il manifesto dello stesso calcio, quello che accomuna nei principi basilari due giochisti come De Zerbi e Fon-seca. Amanti del bel calcio, del football che deve costruire e non distruggere, di un pallone che tende a vincere divertendo. Due allenatori che per alcuni versi si assomigliano e per altri si stimano, non fosse altro perché nessuno dei due ama speculare, ma piuttosto inventare. Oggi pomeriggio si troveranno di fronte per la quarta volta nella loro storia, con un bilancio in perfetto equilibrio: una vittoria a testa (4-2) nella scorsa stagione e lo 0-0 dell’andata. E pensare che prima di scegliere Fonseca, nell’estate 2019, la Roma aveva sondato proprio De Zerbi per prendere il posto di Ranieri. E magari la cosa potrebbe tornare anche di moda a giugno, nel caso in cui le strade del portoghese e dei giallorossi si separino. Allegri è una pista difficile, Sarri intriga ma c’è da capire quanto e come. A Tiago Pinto, invece, piacciono alcuni tecnici giovani come Juric, Italiano e -appunto – anche De Zerbi.

Del resto, i punti di contatto tra Fonseca e De Zerbi sono tanti, ad iniziare proprio dal possesso palla e dalla costruzione dal basso. Roma e Sassuolo amano tenere il pallone (media del 52,7% per i giallorossi, addirittura 59,2% per gli emiliani), sfruttare spesso il giropalla per muovere la difesa avversaria e giocare molto sulle fasce, tra sovrapposizioni o triangoli mobili con i mediani o i trequartisti di riferimento. E non è un caso che le due squadre siano entrambe corte (32 metri per il Sassuolo, 32,8 per la Roma), sfruttino molto l’ampiezza del campo (il Sassuolo si distende orizzontalmente su 47,5 metri, la Roma su 49) e giochino molti palloni sulle fasce(56% De Zerbi, 59% Fonseca). È il credo dei giochisti, che parte con la costruzione dal basso.

Fonseca dietro si affida spesso e volentieri a Cristante proprio per questo (e lo farà pure oggi, anche perché Smalling è ancora out, dopo essere stato a Barcellona ad inizio settimana per fare i fattori di crescita). De Zerbi, invece, giocando a 4 tende ad allargare i due centrali e ad alzare i terzini all’altezza dei due mediani, per creare più linee di passaggio possibili. Ne viene fuori che il Sassuolo è la seconda squadra della Serie A per numero di passaggi a partita (552,3, meglio solo la Juve con 572,4 mentre la Roma è sesta con 505,8) e la terza per precisione degli stessi (86,78%, dietro Juve con 88,17% e Napoli con 86,83%, la Roma qui è quinta con 84,61%). Anche se Fonseca, per sua stessa ammissione, è meno ossessionato di prima dal possesso palla e gioca più in verticale di come faceva invece in Portogallo o in Ucraina.
La stima reciproca
Ecco anche perché Fonseca e De Zerbi si piacciono e si stimano, perché il loro modo di intendere il calcio è simile sotto molti punti di vista. Lo dicono i numeri, appunto, ma lo dicono anche gli stessi interpreti. «I tanti nazionali di Roma e Sassuolo dimostrano affinità di idee tra me, Fonseca e Mancini – ha sottolineato ieri De Zerbi -La Roma gioca bene e ha giovani forti, proprio come il Sassuolo. Questa sarà una partita aperta, perché avremo contro una squadra coraggiosa, che vuole giocare e comandare la partita. Esattamente come noi, in questo abbiamo idee simili». Ed è su questo anche che si piacciono, perché non amano affrontare squadre che si chiudono, che non lasciano spazi. Anzi, spesso e volentieri le soffrono. «Io preferisco affrontare squadre come Sassuolo o Ajax (avversario in Europa League, ndr), squadre che vogliono sempre l’iniziativa o la palla – chiude Fonseca – Ma vincere dipenderà soprattutto da noi, dovremo giocare al cento per cento». I giochisti, del resto, sono così. Pretendono sempre il massimo…



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