Sergio Friscia chi è? Età, carriera, moglie, figli, Roberto Lipari e Striscia la Notizia



Milano, novembre Per me è un onore stare dietro al bancone di Striscia la notizia dopo essere stato per anni tra gli inviati di questo programma che, in fondo, si basa soprattutto sull’improvvisazione.



Una “dote” che ho fatto mia grazie al mio primo lavoro nello spettacolo, a contatto con il pubblico: quello di animatore turistico nei villaggi di tutta Italia». Così mi dice Sergio Friscia, l’attore siciliano, presentatore e imitatore che, insieme con Roberto Lipari, è al timone del Tg satirico di Canale 5.

«Roberto e io rimarremo a Striscia la notizia fino all’ 11 dicembre», continua Friscia «e non le nascondo di sentirmi oltremodo febee di essere di nuovo qui; questa volta in maniera ufficiale, dopo essere stato per anni  l’imitatore di Beppe Grillo, e soprattutto dopo avere sostimito lo scorso anno, per  circa dieci giorni. Valentino Picene che si  era ammalato di Covid lasciando solo il suo collega Salvo Ficarra. Ma sono anche contento di stare qui per un altro motivo».

Quale? «Ho la fortuna di avere al mio fianco Roberto Lipari: i anche se ha quasi venti anni meno di me ci conosciamo I da sempre, è un mio compaesano. Pensi, mi veniva a vedere a teatro quando, tantissimi anni fa, agli albori della mia carriera, facevo cabaret e spettacoli nei locali di Palermo. Tra di noi c’è un grandissimo feeling, ci capiamo davvero al volo…».

Dunque i vostri “siparietti” non sono studiati a tavolino? «Abbiamo un copione, una scaletta, certo… Ma alla fine lo scambio di battute tra di noi avviene spontaneamente, improvvisando. Come le raccontavo, la mia “palestra” è stata fare l’animatore turistico». A che età ha iniziato con questa attività? «Subito dopo il diploma liceale. Vede, io ho sempre avuto il pallino per lo spettacolo e, non appena ho potuto, ho deciso di rendermi indipendente dalla mia famiglia con un lavoro nel quale, in fondo, bisognava anche recitare: l’animatore di spettacoli.

Per quattro-anni ho fatto su e giù per lo Stivale: a noi animatori spettava il compito di allestire il palco, trovare i vestiti, creare le scenette, coinvolgere la gente… Una volta tornato a Palermo ho così iniziato a fare il comico nelle radio, nelle televisioni locali…».

Ma i suoi genitori approvavano la sua scelta? La sostenevano in questo suo percorso, Sergio?  «Tutt’altro. Erano davvero preoccupati per me. Mio padre, infatti, era informatore scientifico, e avrebbe desiderato che io seguissi la sua strada.

E anche mia mamma, dirigente in banca, non era molto contenta del lavoro che sognavo e per cui mi stavo dando tanto da fare. La mia famiglia avrebbe voluto per me un posto sicuro. E così, pur di non pesare sui miei, per potere pagare le scuole di recitazione che frequentavo, l’abbigliamento che usavo negli spettacoli, gli oggetti di scena di cui avevo bisogno, ho iniziato a fare anche qualche lavoretto parallelo».

Quali lavoretti? «Per alcune estati ho anche raccolto l’uva durante la vendemmia. E sognavo un’altra vita». E la svolta quando è avvenuta? «Dopo avere ricevuto tante porte in faccia, tanti no,  nel 1998 venni a sapere che I Gianni Boncompagni stava I cercando nuovi volti per il I suo show, Macao. Gli mandai ima videocassetta con i miei personaggi, ma quando mi convocò mi chiese di improvvisare e basta. Dopo pochi minuti mi fermò e mi disse: “Ok, va bene, sei dentro”.

In quella scuola ho conosciuto tanti colleghi: Enrico Brignano, Sabrina Impacciatore, Biagio Izzo, Paola Cortellesi. E da quel programma ne sono poi seguiti tanti altri, ho fatto fiction, misurandomi pure con ruoli da cattivo come ne II capo dei capi e in Squadra antimafia. Insomma, da allora non mi sono più fermato». E i suoi genitori, nel frattempo? «Mio padre fu talmente entusiasta di me che, dopo Macao, decise di diventare il mio manager: per anni mi ha seguito ovunque andassi.

Purtroppo è scomparso nel 2015, e anche se c’è ancora un grande dolore dentro di me, in fondo sono felice che mi abbia visto nel ruolo di conduttore di Mezzogiorno in famiglia, un programma che a lui piaceva molto, e dove ho lavorato pei dieci anni. E oggi credo che papà sarebbe altrettanto felice nel vedermi condurre Striscia la notizia».



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