Victoria De Angelis: chi è, età, carriera, fidanzato, vita privata e Maneskin



Per capire chi sia Victoria De Angelis, il folletto biondo dei Maneskin, non basta sentirla suonare. Bisogna sentirla parlare. Ma in inglese, non in italiano, con l’accento e l’emozione, il “romanaccio” a colorire e la parolaccia ad agganciarsi alla tradizione sboccata del rock. In inglese Victoria De Angelis, la “Vic” della band del momento, millennial purosangue classe 2000, un metro e sessanta di vera energia (la sua eroina: Kim Gordon dei Sonic Youth) è una macchina da guerra: precisa, decisa, dritta come una freccia al bersaglio.



Padre abruzzese (Alessandro, titolare di un’agenzia di viaggi nel quartiere Aurelio della Capitale, a due passi dalla verde Villa Pamphili) madre danese (Jeanette, di Copenaghen, uscita dalla sua vita troppo presto, quando Victoria era adolescente), Victoria è qualcosa di più della bassista del gruppo che ha trionfato all’Eurovision Song Contest dopo aver portato a casa una storica vittoria a Sanremo, oggi nelle prime dieci posizioni delle classifiche di 29 paesi al mondo, con 18 dischi di platino e 6 dischi d’oro.

Quando la senti parlare in inglese, nelle trasferte all’estero (dopo il prossimo tour italiano, in partenza a dicembre, l’obiettivo è il Super Bowl americano) è lei a tenere il microfono in mano, non il frontman e amico Damiano.

È lei a condurre la conversazione, con accento perfetto, lei a presentare, condurre, spiegare, brigare. Lei, l’anima del gruppo, lei a inventarsi il nome, Maneskin, “chiaro di luna” nella lingua della madre. Lei all’origine della band. A 8 anni inizia a suonare la chitarra (Smoke on the water dei Deep Purple è il primo brano che suona in video: «Mi piacciono le donne che si impongono in ambienti maschili»), alle medie frequenta una scuola di musica e l’insegnante le consiglia di passare al basso. A 12 anni scopre lo skateboard. «Averlo», scrive sui social, ancora bambina, «è

avere una passione e un sogno. È quella cosa che, anche se cadi e ti fai male, ti fa rialzare e riprovare nonostante tutto». Ma nella sua vita c’è una cesura: la scomparsa della madre, che avviene negli stessi anni in cui Victoria fonda i Maneskin appendendo un annuncio sulla bacheca del liceo scientifico J. F. Kennedy, che frequenta insieme col chitarrista Thomas Raggi.

Nel 2015, dopo aver selezionato, scartato e poi ripescato il cantante Damiano David («Era una pippa», il laconico commento), la band si completa con il batterista Ethan Torchio, reclutato, sempre da Victoria, con un annuncio su Face-book. Lei, nel frattempo, è cambiata: la ragazzina che portava i capelli corti, rifiutava le gonne e si sbucciava le ginocchia sull’half-pipe aveva conosciuto un trauma profondo, manifestato con attacchi di panico superati pazientemente «con l’affetto della famiglia e la terapia».

La famiglia, sempre vicina: la sorella Veronica – mora, rock, una tendenza a saccheggiare l’armadio di Vic – il padre Alessandro, lo zio Andrea che ancora oggi è il suo primo fan (a Mascioni, la frazione di Campotosto da cui proviene la famiglia De Angelis, li conoscono tutti). Victoria cresce in fretta, piccola donna per cui la moda diventa uno strumento d’espressione al pari della musica: sul palco arriccia i capelli, naturalmente liscissimi, passando da un look hippie chic all’indie glam che finirà con l’imporre a tutta la band, di cui cura lo stile. Calze a rete e fantasie animalier per lei, tacchi a spillo, smalto nero e borchie per Damiano.

Le tutine trasparenti di Sanremo e le cinghie di pelle rossa di Etro dell’Eurovi-sion sono anche farina del suo sacco. I suoi compagni li “veste”, li cura, come se in qualche modo fosse quasi la loro giovanissima mamma. Selezionati nel 2017 per X Factor, dove arriveranno secondi, i Maneskin non provano in una cantina, come vorrebbe la tradizione rock, ma nella stanza da letto di Vic («Camera con un balcone, abbiamo anche la privacy», precisa Damiano), e l’ambiente intimo fomenta le voci di una relazione fra la bassista e il cantante.

Riservatissima sul privato, di Victoria si sa che a 18 anni ebbe una relazione «con un musicista molto noto, di 34 anni» e che nel corso della vita ha avuto rapporti anche con donne, «avventure e storie durature con delle ragazze.

Ed è andata bene». Quanto a Damiano, sono epiche le litigate fra i due (su YouTube ce ne sono almeno un paio tutte da gustare), che si sono sempre dichiarati «più che amici e più che fratelli». Sarà. Ma il bacio fra Victoria e Damiano nel videoclip del brano del 2017 Recovery (lo stesso in cui lui esce dalla vasca da bagno nudo, «il video più “boro” di sempre», dice Victoria), segna migliaia di contatti su YouTube. «Siamo molto diversi, ma abbiamo gli stessi obiettivi e lo stesso modo di gestire il successo», si ostina lei.

Che si definisce «non impegnata ma impegnativa», come può esserlo una ragazza che preferisce il chiodo di pelle ai tacchi, le uova con bacon alla colazione con il cornetto, un giro di basso a una serenata romantica e solo nello shopping individua il suo punto debole, la piccola fragilità che ingentilisce la roccia. «Se tornassi indietro a cinque anni fa», diceva pochi minuti prima della vittoria all’Eurovision, «direi a me stessa: vai avanti così». Un approccio che l’ha portata lontano. E l’impressione è che lei, più di ogni altro, se lo sia meritato per davvero.



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