Don Matteo 13, Giancarlo Magalli sarà il vescovo di Raoul Bova



Così non l’avevamo mai visto. Con indosso la veste talare, la croce appesa al collo e la papalina in testa, Giancarlo Ma-galli è una visione inaspettata. «Nella vita ho indossato la divisa da carabiniere e quella da vigile urbano, ma non mi sarei mai aspettato di vestire i panni di un vescovo», dice il conduttore, pronto a sbarcare su Raiuno, dal 31 marzo, in Don Matteo.



Nella nuova stagione della fiction, infatti, oltre all’addio di Terence Hill alla canonica e l’arrivo di Raoul Bova, vedremo anche Magalli diventare prelato. «Sono contento di poter recitare in questa fiction, perché in un certo senso era una cosa rimasta irrisolta. Sì, perché 15 anni fa avevano offerto a me il ruolo di don Matteo, ma io avevo declinato l’invito. Certe occasioni, in un certo senso, si ripresentano».

Quindi Terence Hill può dire grazie a te per il grande successo che ha ottenuto con Don Matteo? «Sì, possiamo dire così. Anche se lui non mi deve nulla, se non l’occasione che gli ha dato il mio rifiuto. Terence ha saputo interpretare al meglio il ruolo e merita tutto il successo che ha avuto».

Per quale motivo non avevi accettato all’epoca? «Perché avrei dovuto trasferirmi a Gubbio, dove venivano realizzate le riprese, per otto mesi l’anno. Una delle mie figlie era ancora piccola ed ero sposato, per cui non me la sentivo di stare lontano dalla mia famiglia per così tanto tempo. Era inconciliabile con il mio ruolo di marito e di padre, per cui avevo preferito dire di no».

Oggi, però, hai avuto una seconda occasione. Che cosa puoi dirci della tua esperienza sul set? «È stato molto divertente e sono felice di aver condiviso la mia avventura con Raoul Bova, che è un mio caro amico. Qualche mese fa ci eravamo incontrati al Monte-Carlo Film Festival, organizzato da Ezio Greggio.

Ho trascorso un po’ di giorni con lui e la sua compagna Rocio Munoz Morales, una donna molto piacevole e divertente. Mai ci saremmo aspettati di ritrovarci poco tempo dopo sullo stesso set, lui nei panni di un prete e io in quelli di un vescovo».

Che cosa puoi anticiparci sul tuo personaggio? «Farò il mio ingresso nella serie insieme a Raoul, che interpreterà don Massimo. Lui è un prete un po’ tormentato, pieno di ansie e timori, perché prende il posto di don Matteo, un sacerdote che è stato molto amato. Teme i giudizi e le critiche dei suoi parrocchiani e, in preda ai suoi problemi pastorali e umani, verrà a confidarsi con me, che sono il suo vescovo. Io farò di tutto per rassicurarlo e per consigliarlo al meglio.

Abbiamo cercato di trasferire il rapporto di amicizia che abbiamo nella vita anche nella fiction». Come hanno reagito le tue figlie quando hai detto loro che avresti interpretato un vescovo in Tv? «Mi hanno detto che la faccia da vescovo ce l’ho e anche il fisico adatto! (ride, ndr)». Questa tua esperienza di attore avrà un seguito? «Lo spero tanto. Nella prossima stagione di Don Matteo dovrei esserci in tutte le puntate. Nel frattempo ho sparso la voce tra tutti i miei amici che lavorano nelle fiction, chiedendo loro di farmi fare qualcosa…».

«Mi rivedrete presto alla conduzione» Che cosa ti piacerebbe fare, in particolare? «Mi piacerebbe differenziare molto le mie esperienze. Per esempio mi piacerebbe partecipare a ^ispettore Coliandro, interpretando il ruolo di un investigatore o anche del suo aiutante. Ma, attenzione, non voglio rubare il posto a nessuno». Adesso hai intenzione di dedicarti solo alla recitazione oppure ti rivedremo in televisione anche come conduttore?

«Mi rivedrete alla conduzione prima di quanto possiate immaginare con un programma davvero molto carino. Per ora, però, non posso aggiungere altro. E poi in Rai ci sono nuovi direttori che stanno lavorando ai palinsesti della prossima stagione. Un po’ alla volta stanno sistemando Tizio e Caio, come si suol dire, e spero che sistemino presto anche me!».



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