La vera storia di Roberta Ragusa: chi è la figlia Alessia Logli : età, carriera, vita privata, marito, Antonio



Alessia Logli è la figlia di Antonio Logli e di Roberta Ragusa. Tuttii noi ricordiamo purtroppo questa triste vicenda, ovvero quella di Roberta scomparsa il 13 gennaio 2012 da Gello San Giuliano. Da quel momento non si sono più avute sue tracce. Ancora oggi il marito, Antonio Logli sta scontando ben 20 anni di carcere per omicidio ed è stato anche accusato di occultamento di cadavere. Ma cosa conosciamo di Alessia, che ovviamente in questi anni è stata una delle protagoniste di questo caso di cronaca?



Alessia Logli, chi è la figlia di Roberta Ragusa

Oggi la ragazza ha circa 20 anni ha purtroppo è dovuta crescere molto in fretta dopo che mamma è sparita completamente nel nulla nel 2012. Roberta Infatti è uscita dalla sua abitazione nel 2012 e da quel momento non ne ha fatto più ritorno. È stato un duro shock per tutta la famiglia e anche quindi per Alessia che dopo un po’ di tempo ha cercato di ritornare alla sua vita normale fatta di amici e grandi affetti. Purtroppo oltre a dover fare i conti con la mancanza della madre ha dovuto fare i conti anche con la mancanza del padre che ancora oggi è condannato a 20 anni per omicidio e occultamento di cadavere.

Le parole della ragazza

Dalle indagini sarebbe emerso che Roberta Ragusa è stata uccisa dal suo ex marito dopo che la donna aveva scoperto una relazione extraconiugale con la sua amante. Riguardo proprio tutto questo sembra che Alessia abbia rilasciato delle dichiarazioni molto forti in questi anni.

“Mi sono messa addosso una corazza. Inizialmente mi sono appoggiata a mio papà, mi ha aiutato a crescere e maturare, come i miei nonni e i mie amici che mi hanno sempre sostenuto. Credo fortemente nella sua innocenza, credo sia un errore. Ho fatto mille pensieri, è impossibile sapere dove sia mia madre. Papà l’ha fatta avvicinare piano, perché quando ho scoperto che lei, che era la nostra tata, era la sua amante, ho reagito male. Sono stata delusa, è stato scorretto. Inizialmente non è stato facile, poi si passa oltre. L’ho iniziata a conoscere sotto un altro punto di vista, mi è stata accanto, è stata la mia figura femminile di riferimento. Le voglio bene, sono felice delle nozze. Senza papà la vita è più dolorosa di prima. Lo posso vedere solo in videochiamata per via del Covid.” Queste le parole di Alessia una bellissima ragazza che abbiamo avuto modo di conoscere anche nel salotto di Barbara D’Urso dove ha preso parte In diverse occasioni per parlare proprio dell’omicidio della madre.

Sono trascorsi dieci anni da quella fredda notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012, quando Roberta Ragusa, la mamma di San Giuliano Terme, fece perdere le proprie tracce andando a popolare ‘la città delle ombre”. Sono oltre 68mila le persone scomparse che dal 1974 a oggi vivono nella cosiddetta ‘terra del niente”, quello spazio dove non c”è né vita né morte, ma solo tempo sospeso. La giustizia degli uomini ha raggiunto da tempo la sua verità processuale, stabilendo che Roberta Ragusa non si è allontanata volontariamente, non ha lasciato nottetempo i figli e il marito, ma è stata fatta scomparire dall”uomo con il quale divideva la propria vita. Quest’ uomo è stato condannato in via definitiva per omicidio e occultamento del cadavere. Si è dunque raggiunta, al di là di ogni ragionevole dubbio, anche in assenza del corpo, la prova che la donna è stata uccisa. Non solo: che è stata uccisa per mano del marito”. Parla a Giallo l’avvocato Nicodemo Gentile, presidente di Penelope Italia, l’associazione che assiste i familiari delle persone scomparse. Proprio in questi giorni ricorrono i dieci anni dalla tragica scomparsa di Roberta Ragusa, la donna di 45 anni sparita nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 dalla sua casa a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.

La donna non è mai stata ritrovata, ma i giudici hanno stabilito in tre gradi di giudizio che è stata uccisa dal marito, Antonio Logli, 58 anni, il quale poi avrebbe fatto sparire il corpo. L”uomo, infatti, si trova in carcere per scontare una condanna definitiva a 20 anni per omicidio e occultamento di cadavere.

La giustizia, dunque, nonostante alcune difficoltà iniziali, è riuscita a stabilire una verità giuridica. Purtroppo, però, l”autore dell”omicidio non ha mai confessato e non ha quindi mai rivelato dove ha nascosto il corpo della moglie. Antonio Logli, al contrario, continua a gridare la sua innocenza. Ha più volte affermato che Roberta si sarebbe allontanata volontariamente. I fatti lo hanno smentito e le tre sentenze di condanna hanno fatto di lui un bugiardo.

Continua l’avvocato Nicodemo Gentile, che all”epoca dei processi, tramite l’associazione Penelope, si era costituito parte civile: «Le sentenze hanno consentito di porre un punto fermo nella tragica storia di Roberta e mettere la parola fine alle tante ipotesi ventilate in questi anni. Tra queste, quella quella secondo cui la donna sarebbe ancora viva, da qualche parte nel mondo, noncurante della sua famiglia e dei suoi due amati gli. Tutto ciò però non basta.

Non può bastare. Non basta ai parenti. Non basta a Penelope, che è l’associazione dei familiari e degli amici delle persone scomparse. Chi ha nel cuore una persona entrata nel gorgo buio della scomparsa, ha bisogno di altro, di un corpo da piangere, da seppellire e a cui portare un !ore. Per questo è importante continuare a cercare, anche quando una verità, almeno processuale, si è raggiunta. L”esperienza ci dice che il più delle volte il corpo, o quel che resta del corpo di una persona scomparsa vittima di un omicidio, di un suicidio o un incidente, si trova a pochi passi da dove è stato visto l”ultima volta.

Molto spesso è nelle vicinanze della sua abitazione o in luoghi che sono già stati setacciati. Così è stato, ad esempio, per Elena Ceste, ritrovata in un canale vicino a casa, o per Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, i due giovani badanti scomparsi nel 2014 e trovati morti nel febbraio del 2021, ma anche per Paola Landini, Federica Farinella e tanti, tantissimi altri». Maria Ragusa, cugina di Roberta, si è battuta per tanti anni per conoscere la verità sulla scomparsa della donna. Ancora oggi la cugina comba #e per sapere che !ne abbiano fatto i resti della povera Roberta. Ecco cosa ci aveva detto Maria Ragusa qualche tempo fa: «Non avere i resti su cui poter piangere e dedicare una preghiera per noi è un dolore immenso. Ancora oggi continuo a ricevere segnalazioni, sia da sconosciuti ma anche da conoscenti e amici.

Il cruccio di tutti coloro che hanno un’anima è sempre lo stesso: trovare quel che resta di Roberta. Non so ora tecnicamente come si potrebbero riavviare le indagini, ma poter ritrovare il corpo di Roberta per noi sarebbe un grande regalo. Spesso si sente dire che Roberta “manca”. Manca alla famiglia, manca ai !gli, ma bisognerebbe completare quella frase: manca perché è stata uccisa. Questa parola si omette spesso, forse per un incomprensibile senso del pudore. Spero che le istituzioni possano riprendere le ricerche di Roberta. Devo ammettere che mia cugina dopo la sua scomparsa è stata cercata in lungo e in largo. Gli investigatori si sono dati molto da fare, ma purtroppo il suo corpo è stato nascosto bene e lì, in quelle zone, il territorio è molto vasto. Spero però che si possa fare ancora qualcosa».



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