Bruce Willis, 67 anni, stava male, che c’era qualcosa che non andava



Nel mondo del cinema hollywoodiano in tanti avevano capito da tempo che Bruce Willis, 67 anni, stava male, che c’era qualcosa che non andava. E quando è arrivato l’annuncio ufficiale della famiglia dell’attore, non sono rimasti sorpresi.



Queste sono state le parole che le figlie, l’attuale moglie Emma Heming e l’ex Demi Moore hanno affidato alla stampa: “Volevamo condividere con i nostri splendidi fan che Bruce sta affrontando alcuni problemi di salute. Di recente gli è stata diagnosticata l’afasia, che sta avendo un impatto sulle sue abilità cognitive”. Per questo, è scritto ancora nella nota, l’attore “si ritira da una carriera che per lui ha significato molto”.

Bruce Willis non potrà più fare l’attore. L’afasia è causata da lesioni del cervello che possono essere provocate da ictus, tumori o malattie degenerative. Porta difficoltà molto serie nell’uso del linguaggio per leggere, parlare, scrivere, ascoltare, comprendere. Già nel giugno del 2020 il regista Mike Burns, che dirigeva Willis in uno dei suoi ultimi film d’azione, Out of Death, aveva scritto ai produttori che avrebbe tagliato drasticamente le scene che vedevano impegnata la star: «Dobbiamo ridurre il copione di Bruce e abbreviare i suoi dialoghi in modo che non ci siano monologhi ». Aveva capito che Willis era in grado di sostenere solo brevi dialoghi e ritmi di lavoro blandi.

Secondo ciò che ha scritto il Los Angeles Times negli ultimi tempi l’attore reso celebre dalla serie Die Hard, iniziata nel 1988, aveva bisogno che qualcuno gli suggerisse le battute attraverso un auricolare. Inoltre, in tutte le scene d’azione veniva ormai sostituito da una controfigura, proprio lui che aveva cominciato la carriera come stuntman. Sempre due anni fa, su set del film Hard Kill, a Cincinnati, Willis aveva sparato con una pistola di scena, caricata a salve, quando non era il suo momento.

Da tempo i suoi manager imponevano alle produzioni che le riprese per lui fossero limitate a soli due giorni per i quali percepiva comunque compensi molto alti, vicini ai due milioni di dollari. Un’altra drammatica testimonianza è venuta dal regista Jesse V. Johnson che l’ha diretto nel film White Elephant: ha spiegato che l’attore, anche se gli venivano suggerite, non capiva le battute, non sapeva cosa significassero.

A un certo punto chiese a un assistente del regista: «Perché sono qui?». Da tempo poi Bruce aveva iniziato a vendere le sue proprietà immobiliari – soprattutto a New York – del valore complessivo di circa 65 milioni di dollari. Gli amici più intimi hanno raccontato che già da tempo si stava preparando al peggioramento del suo stato di salute, vendendo case e ville per concentrarsi sulla sua nuova vita nel ranch dell’Idaho, acquistato alcuni anni fa.

La vicenda di Willis ha riportato alla mente quelle di altri attori colpiti da malattie degenerative. Michael J. Fox, il divo di Ritorno al futuro, è affetto dal morbo di Parkinson da quando aveva 30 anni, oggi ne ha 60, e da tempo non può più recitare. La stessa patologia aveva colpito Robin Williams, morto suicida a 63 anni nel 2014. Anche la nostra Monica Vitti, morta il 2 febbraio, aveva lasciato la carriera di attrice a causa di una malattia simile all’Alzheimer.

Come per altri disturbi degenerativi, è molto difficile che per l’afasia ci sia una remissione totale. Però, grazie alle terapie e alla riabilitazione possono esserci importanti miglioramenti. La moglie di Bruce, Emma Heming, non ha rilasciato dichiarazioni. Non c’è solo lei però accanto all’attore. La famiglia, allargata, è molto unita. Dalla prima moglie, Demi Moore, Willis ha avuto tre figlie: Rumer, Scout LaRue e Tallulah Belle.

Dopo la separazione da Moore, nel 2009, Willis ha sposato Heming: dal matrimonio sono nate altre due femmine, Mabel Ray ed Evelyn Penn. Tutte e sette le donne hanno firmato il comunicato che ha annunciato la malattia di Bruce: “Stiamo attraversando questo con una forte unità familiare e volevamo coinvolgere i suoi fan perché sappiamo quanto lui significhi per voi, così come voi per lui. Come dice sempre Bruce, ‘vivi il momento’. Insieme abbiamo intenzione di fare propr



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