Chi è Khaby Lame, a scuola era un disastro, ma era impossibile non volergli bene: allegro, gentile



La storia, questa storia, può essere raccontata come una boutade o come la costruzione pervicace di un successo. In tutti e due i casi lo si può fare senza mentire. Iniziamo con la prima versione: c’è un ragazzo nero di Chivasso, Khaby Lame, che fino al maggio 2020 lavorava in fabbrica. Poi molla tutto e inizia a postare su TikTok video muti diventando in meno di due anni il secondo più seguito al mondo sui social.



Attori e star internazionali fanno la fila per farsi un selfie con lui e a maggio sarà nella giuria di Cannes, per valutare i cortometraggi. Che cosa fa nei video per aver raccolto 140 milioni di follower? Nulla: sbuccia banane, si infila i calzini e altre robe così, poi guarda la telecamera con una espressione attonita e mostra i palmi delle mani, come a dire «Semplice no?» senza però dirlo.

La seconda versione, quella seria, si potrebbe intitolare Miracoloa Chivasso e anche se la sceneggiatura non è di Zavattini, il plot è degno della grande commedia all’italiana, quella che raccontava con curiosità i cambiamenti del Paese. Khaby arriva in Italia, dal Senegal, quando ha appena un anno. In famiglia sono in sette e finiscono in un appartamentino nelle case popolari di via Togliatti, a Chivasso. Per gli altri, quelli che vivono nei quartieri bene, è il Bronx di quaggiù. Per Khaby e i suoi quattro fratelli, è la comunità dove sentirsi al sicuro.

Lo ha ripetuto spesso: «Nessuno mi ha fatto sentire diverso per il colore della mia pelle. A casa siamo in sette, ma considero parte della famiglia almeno 40 persone. Ci sono gli amici di sempre, quelli con cui sono cresciuto».

E aggiunge una frase da vero film neorealista: «Non avevamo nulla, ma avevamo tutto». Fulvio Grassone, che dal 2006 guida la ludoteca delle case popolari se lo ricorda bene: «A scuola era un disastro, fargli fare i compiti un’impresa, ma era impossibile non volergli bene: allegro, gentile. E se combinava qulche guaio ti guardava con quella espressione lì, quella dei video, e ti disarmava. Che cosa ne pensano nel quartiere? Che anche partendo da qui si può scalare il mondo».

Madou, il fratello più grande di Khaby, sulla scena musicale rap è conosciuto come Young DuDu. In Giovane stella canta le ambizioni dei ragazzi delle case popolari, quelle dove ha sempre vissuto, e al telefono racconta: «A casa non c’era mai il clima pesante. Affrontavamo le difficoltà, uniti e fiduciosi. I miei ci hanno lasciati liberi. Io faccio musica, Khaby video. Ognuno ha la sua strada, ma ci sentiamo spesso».

IL PUNTO DI SVOLTA

Khaby la sua ascesa l’ha raccontata mille volte, persino al New York Times, con semplicità e sempre con le stesse parole: «Alle superiori sono stato bocciato due volte, poi ho iniziato a lavorare: lavavetri, muratore, e infine operaio. Col lockdown, nel marzo 2020, sono stato lasciato a casa e così ho iniziato a postare video su TikTok e sono esploso ». Tutto vero, anzi quasi vero, come racconta il titolare della Aircab di Chivasso, azienda che produce filtri per l’abitacolo delle auto: «Khaby? Me lo ricordo bene.

L’ultima busta paga è di maggio 2020. Non è stato licenziato per il lockdown. Anzi, ci piaceva e dopo i primi tre mesi di prova gli avevamo rinnovato il contratto, poi d’un tratto gli era passata la voglia. Aveva imparato a usare una macchina a controllo numerico, e da un giorno all’altro era come se avesse dimenticato tutto. Si vedeva che aveva altro per la testa». Proprio così. Khaby nei primi giorni di quel lockdown, una domenica mattina, dopo qualche appostamento sul web, riesce a contattare Alessandro Riggio, un giovane manager calabrese diventato un re Mida dei social (dietro a fenomeni Instagram come quello di Gianluca Vacchi c’è l’Iron, la sua azienda) e lo convince a prenderlo nella squadra. Riggio ha raccontato al Messaggero qual è il patto tra lui e quelli che decide di seguire: «A me consegnano la loro privacy, la loro vita, social e non. Devo diventare il loro migliore amico». Prendere o lasciare, e Khaby prende. E prende anche il volo.

Amaggio 2021 supera come numero di follower il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, a giugno mette la freccia e lascia indietro Chiara Ferragni e ad agosto di quell’anno raggiunge i 100 milioni di seguaci su TikTok (oggi sono 136,6, su Instagram76). Certo, è strano che l’italiano più seguito del mondo sia, per lo Stato, senegalese. Khaby però va avanti con un sorriso: «Sono cresciuto qui, sono italiano, anche se non ho un pezzo di carta che lo dice».



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