Filippo Marzatico sale in ambulanza con le sue gambe e uscito morto dall’ospedale: la famiglia del dj chiede riesumazione



Questo articolo in breve

La famiglia di Filippo Marzatico, il deejay ventenne morto dopo essere stato bruciato, chiede la riesumazione e l’autopsia. Nel video lo si vede entrare nell’ambulanza sulle proprie gambe.



La famiglia di Filippo Marzatico, l’uomo bruciato mentre accendeva un barbecue e morto poco dopo, vuole che il suo corpo venga riesumato per poter effettuare un’autopsia. La famiglia ritiene che a causare la morte del giovane possa essere stata una procedura errata in ospedale e teme che possa essere morto in ambulanza a causa di un errore, come indicano i filmati di sorveglianza. Il giovane è stato visto uscire dall’ambulanza sulle proprie gambe dopo l’incidente, il che suggerisce che le sue condizioni non erano così gravi da causarne la morte poco dopo.

Nel tardo pomeriggio del 7 luglio si è verificato l’incidente. Poiché Marzatico, un deejay noto come DJ Filip Master, ha usato l’alcol etilico per alimentare il barbecue, è stato colpito dalle fiamme di ritorno. A causa delle ustioni sul 40% del corpo, soprattutto alle gambe e a un’anca, ed essendo intubato al San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, il giorno successivo è stato trasportato al reparto grandi ustionati del Cardarelli.

A causa delle ustioni e delle conseguenze imprevedibili di tali lesioni, il peggioramento avvenuto durante la notte potrebbe essere stato responsabile dell’arresto cardiocircolatorio del ragazzo. Con il passare delle ore, il danno potrebbe essersi esteso verso l’interno, provocando un arresto cardiocircolatorio. Intorno a mezzanotte, il ragazzo è stato trasferito in terapia intensiva, dove è morto in breve tempo. Non è mai arrivato al Cardarelli, quindi.

Sabato scorso, il padre ha presentato una denuncia ai carabinieri della stazione di Casoria, esprimendo la sua disapprovazione per il funerale. Lunedì gli avvocati Angelo e Sergio Pisani hanno presentato una denuncia per conto dei legali della famiglia, chiedendo la riesumazione del corpo e l’autopsia. Il fatto che nel video si veda il bambino entrare nell’ambulanza sulle proprie gambe è ciò che crea maggiore confusione. I genitori vogliono sapere se il bambino è morto a causa delle ustioni o se è stato vittima di negligenza medica: una procedura medica sbagliata o una reazione allergica a un farmaco che potrebbe essere stato somministrato, causando un improvviso deterioramento delle sue condizioni di salute e la conseguente morte. La raccolta fondi servirà a coprire le spese.

Nel suo lungo post su Facebook, Marina racconta il momento in cui ha scoperto il cugino in piedi nella doccia, ustionato e cosciente, che la implorava di chiamare aiuto. “Ci supplicava di non urlare”, scrive Marina, “ma nonostante questo abbiamo visto che i suoi pantaloni erano ancora in fiamme, bruciati, non appena sono entrata nel cancello. Mi sono precipitata in bagno dove mio cugino era in piedi sotto la doccia, vigile e cosciente. Nonostante la nostra preoccupazione, ci ha pregato di non urlare, ma di fare silenzio. Abbiamo provato a chiamare il 118, ma non c’era risposta. Poi ci hanno telefonato i Carabinieri. Il mezzo di soccorso sarebbe arrivato mezz’ora dopo. Il mezzo di soccorso sarebbe arrivato mezz’ora dopo e lui sarebbe sceso dalla casa da solo, coperto da un lenzuolo, e poi sarebbe stato portato in ospedale senza assistenza. Sarebbe stato portato a Frattamaggiore, dove non c’è il reparto ustionati.

“Alle ore 00:10 – prosegue la ragazza – avete comunicato ai miei familiari di poter andare a casa poiché mio cugino era cosciente, vigile, i parametri vitali erano buoni e le ustioni coprivano il 40% del corpo aggiungendo pure che il ragazzo il giorno dopo sarebbe stato trasferito al Cardarelli. Alle ore 01:00 l’avete spostato in terapia intensiva, e da lì che non si è capito più niente”.



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