Giulia e Alessia Pisanu investite e uccise dal treno a Riccione: una voleva salvare l’altra, gli ultimi istanti



Alessia e Giulia Pisanu sono morte all’alba di oggi, investite da un treno Frecciarossa diretto a Milano. Le due sorelle, originarie di Castenaso, vicino a Bologna, avevano solo 17 e 15 anni. Cosa è successo davvero in quei drammatici momenti?



Le 6.30, la stazione di Riccione. Una ragazzina vestita di nero disperata perchè le avevano rubato il cellulare, un’altra accanto a lei con uno spolverino verde e un paio di stivali neri in mano. Così una accanto all’altra Giulia e Alessia, quasi ondeggiando, si sono allontanate e sono andate incontro alla morte. Insieme fino alla fine, fino all’estremo tentativo di una che voleva salvare l’altra che stava sui binari.

Giulia, 17 anni, la più grande delle due sorelle, Alessia, 16 anni, capelli neri e lisci, entrambe con i capelli lunghi, sono state riprese dalle telecamere di sicurezza a giugno a Costa Rei, in Sardegna, dopo il diploma. Gli ultimi momenti della vita delle due adolescenti travolte e uccise da un treno alla stazione di Riccione sono resi dalle poco chiare delle telecamere di sicurezza e dalle parole – queste sì precise – dei testimoni che hanno visto le due ragazze sui binari e hanno cercato di Evita la tragedia.

«Verso le 7 sono entrate qui, era presto – dice al donna a CorriereTv – Hanno chiesto del bagno ma lo abbiamo il bagno. Poi sono andate via, ho sentito il titolare gridare, ho alzato lo sguardo e ho visto il Frecciarossa arrivare e una delle due ragazze era seduta sui binari mentre l’altra cercava di farla alzare: poi è saltato tutto, tutto». E le parole restituiscono l’orrore. Poco prima Giulia e Alessia avevano incrociato un passeggero che si ricorda ora di loro e si danna per non essere riuscito, con le urla, ad evitare la tragedia. «Ero vicino al distributore delle bevande e si è avvicinata una ragazza bellissima vestita di nero, mi ha chiesto qualcosa, mi ha detto che le avevano rubato tutto e che non aveva più nulla. Poi si è allontanata verso l’altra ragazza che aveva uno spolverino verde e gli stivali in mano», dice il passeggero che incrocia le due sorelle vicino alla macchinetta delle bevande.

Il teste descrive una delle due sorelle non in sè, probabilmente Giulia e Alessia erano preoccupate per il furto subito da almeno una delle due: una sorella il cellulare lo aveva ancora e nel terribile impatto è stata l’unica cosa che ha permesso di identificare i corpi. Ora Castenaso piange le due ragazzine. Erano molto conosciute, la loro casa di fronte alla chiesa della piccola frazione di Madonna di Castenaso, il papà benvoluto con la sua azienda di trasporti e traslochi, una piccola impresa che funzionava. Funzionava come la vita di questa famiglia, come la vita di Giulia e Alessia, spensierata come dovrebbe essere sempre a 15 e 17 anni. «A volte credo che mia sorella sia la mia unica ragione di vita», scriveva Giulia su Instagram. Sempre insieme, Giulia e Alessia.

 



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