I funerali di Liza, la bimba down uccisa dalle bombe russe. La madre: “Il mondo non ci protegge”



Questo articolo in breve

Si sono svolti ieri i riti funebri di Liza Dmitrieva, la bambina ucraina di quattro anni con la sindrome di Down uccisa la settimana scorsa a Vinnytsia, in Ucraina. Il viaggio di Liza ha commosso il mondo ed è diventato un simbolo delle terribili perdite che le popolazioni civili, in particolare i bambini, devono sopportare a causa della guerra.



Una bambina è stata tra le 22 persone uccise in un attacco aereo russo su Vinnytsia, una città ucraina a centinaia di chilometri dalla linea del fronte, la scorsa settimana. La madre della bambina la stava accompagnando in un passeggino quando è stata uccisa.

La madre non era presente al funerale, che si è tenuto nella Cattedrale della Trasfigurazione, risalente al XVIII secolo, poiché è ancora in cura per le gravi ferite riportate. Poco prima dell’inizio della funzione, ha parlato del suo dolore a un’emittente televisiva locale. Il mondo non si preoccupa, ha detto, prende atto di ciò che sta accadendo ma non ci protegge. Era ovviamente sconvolta dalla sua perdita.

“Quante volte abbiamo chiesto di chiudere il cielo? E il mondo resta a guardare come viene massacrata l’Ucraina. I nostri bambini vengono assassinati, i nostri soldati e la nostra gente uccisa”,i ripetuti appelli del presidente Zelensky alla No Fly Zone sono stati esplicitamente citati dalla madre di Liza, ma tutti i leader mondiali hanno negato questa circostanza, portando a un’escalation del conflitto e all’inizio della Terza Guerra Mondiale. “Proteggeteci da questo tiranno”, ha detto la donna, riferendosi a Vladimir Putin, “perché dopo di noi continuerà e distruggerà tutto”.

La scomparsa di Liza ha suscitato sentimenti intensi in tutto il mondo, ma non ha attenuato gli assalti russi all’Ucraina. Infatti, il Ministro della Difesa Sergei Shoigu ha recentemente visitato le truppe di prima linea e le ha esortate ad “aumentare l’attività di tutte le unità in tutte le aree di combattimento”.



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