La disperazione degli italiani rimasti a Kiev: “Abbiamo paura”



Durante la guerra, una bambina disabile di otto anni a Kiev si trova bloccata e sola. Non riesce a muoversi dalla sua sedia a rotelle a causa del rumore delle bombe nelle vicinanze. Nel frattempo, fuori i negozi vengono presi d’assalto dai soldati che si lasciano dietro il caos mentre passano attraverso gli scaffali vuoti che erano stati riempiti solo pochi istanti prima con la merce ordinatamente posizionata sotto ogni articolo esposto su scaffali e tavoli.



Sono andati in Ucraina per la prima volta in 23 anni per raggiungere la loro figlia maggiore (23 anni) e riportarla indietro prima dello scoppio del conflitto.

Elena e le sue figlie, Elisa e Litiia, volevano lasciare la città ma è stato loro negato un biglietto aereo. Il loro piano del 3 marzo è stato cancellato oggi. Questa mattina tutto è cambiato quando si sono svegliate.

“Le valigie sono pronte – continua – e stiamo cercando il modo di raggiungere la frontiera con l’Ungheria da dove poi possiamo prendere un aereo per arrivare in Italia, ma al momento non sappiamo come fare. Abbiamo contattato l’ambasciata italiana a Kiev ma ci hanno detto che non possono aiutarci consigliandoci di restare a casa”.

Eppure la guerra continua a far piovere bombe.

“Ho sentito – scrive – un’esplosione. Io mi trovo in un appartamento all’ottavo piano e mia figlia piccola è nel passeggino, è disabile e non cammina. Se la situazione dovesse precipitare dobbiamo scappare e raggiungere il rifugio antiaereo, in città ce ne sono diversi”. Nel frattempo il marito napoletano di Elena sta cercando di aiutarla dall’Italia. “Sta provando a chiamare l’ambasciata italiana a Roma per capire cosa dobbiamo fare”.

A Kiev, Valerio Vermiglio vive dal 2015 e insegna italiano all’Università oltre che insegnare in una scuola internazionale. La famiglia è completata da tre figli, una donna ucraina che ha sposato e i loro figli.

“Stamattina alle 5.45 – è la testimonianza del docente che ci ha inviato un video – abbiamo sentito un’esplosione, arrivavano notizie confuse su cosa stava succedendo. Poi abbiamo saputo che sono entrati i russi”.

Vermiglio (nella foto vicino all’Arco dell’amicizia dei popoli di Kiev), mentre è in fila a un distributore di benzina, racconta:  “La gente è andata nel panico, c’è stato l’assalto ai supermercati, ai distributori di benzina e ai bancomat. Per fortuna ancora sono attive le forniture di acqua e di elettricità, anche il trasporto pubblico al momento funziona. Io – prosegue – ho scorte di cibo e acqua, però non ho contanti, spero non blocchino i terminali. Il governo ha invitato la gente a stare a casa e ha chiesto donazioni di sangue. Ovviamente c’è ansia e paura, c’è chi sta provando a scappare ma – conclude Vermiglio – non si sa dove visto che lo spazio aereo è chiuso”.



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