La sorella del bimbo ucciso in bici a Milano è disperata: “Neanche un anno fa è morta mia madre”



Questo articolo in breve

Rawan, la sorella di Mohanad, il bambino ucciso in bicicletta a Milano nella notte tra l’8 e il 9 agosto, è disperata. Il bambino vagava per le strade deserte della città in attesa che il padre chiudesse la sua gastronomia. È stato trovato stramazzato a terra quando il padre si è accorto che il figlio non passava più davanti al suo negozio e ha lasciato il locale per cercarlo.



La giovane donna, una studentessa universitaria che non è nemmeno uscita di casa dalla morte del fratello, affida a Facebook i suoi pensieri: “Il mio cuore è spezzato, Allah. Sii gentile con me e dammi la pazienza di continuare questi giorni”, scrive.

“Sei andato da mia madre, Mohanad, mandale i miei saluti”. La ragazza ha infatti perso la madre appena qualche mese fa, a causa di un infarto. E ora è rimasta ad dover affrontare il grande dolore da sola con il padre.

Ieri il locale del padre, una pizzeria kebab in via Carlo Parea, ha riaperto perché tante persone del quartiere hanno voluto fare le condoglianze alla famiglia del bambino. Il padre e lo zio per ora si sono chiusi nel loro silenzio e non dicono molto alla stampa. Si sono affidati a un avvocato che tutelerà i loro diritti mentre cercano di capire come un incidente causato da un 22enne senza patente sia potuto finire in tragedia.

Per ora il pirata della strada, che dopo essere scappato si è costituito la mattina seguente, è a piede libero e si attende di sapere se fosse sotto l’effetto di alcolici. Essendo trascorse molto ore dal momento dell’incidente, non è infatti stato possibile sottoporlo all’alcoltest. Intanto è risultato leggermente positivo all’uso di droghe.



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