Lillo e Greg festeggiano 30 anni carriera al cinema



Come si fa a conquistare una donna? Basta avere un bell’aspetto o bisogna anche saper dire le parole giuste al momento giusto? Sono le domande che si fa Filippo, un richiestissimo gigolò della capitale in Gli idoli delle donne – il film di Lillo e Greg nelle sale dal 14 aprile – quando a seguito di un incidente stradale è costretto a sottoporsi a una plastica facciale che lo trasforma da avvenente sciupafemmine (interpretato da Francesco Arca) nell’antitesi di un sex symbol (Lillo).



Le lezioni impartite da Max (Greg), ex amatore diventato guru della seduzione, non bastano a salvare la carriera di Filippo. I guai arrivano quando sulla scena irrompe l’avvenente Juanita (l’influencer Maryna), figlia di una coppia di narcotrafficanti colombiani: Joaquim (Corrado Guzzanti) e Maria (Ilaria Spada). Abbiamo chiesto a Greg di accompagnarci dietro le quinte del film, il decimo girato con Lillo, con cui festeggia trent’anni di sodalizio artistico.

Come è nata l’idea? «L’intuizione è venuta a Lillo. Si ironizza sull’aspetto fisico, cosa su cui lui gioca parecchio, e ci sono momenti esilaranti. Poi, ovviamente un gruppo di sceneggiatori ci ha aiutato a scrivere una commedia per il cinema, con i tempi e le battute giuste. Invece per Dna – Decisamente non adatti, il film uscito nel 2020, in piena pandemia e che è stato dato solo in streaming, eravamo partiti da una mia proposta». Tu e Lillo lavorate insieme dal 1992. Come scoppiò la scintilla? «Per caso. Sia io sia lui nasciamo come autori di fumetti, lavoravamo nella stessa casa editrice.

Quando fallì, decidemmo di fare qualcosa insieme e fondammo la band Latte e i suoi derivati, perché la musica è un’altra passione che ci lega. Prima di suonare, intrattenevamo il pubblico e la gente rideva delle nostre gag». Come si fa ad andare d’accordo per trent’anni? «Il segreto della nostra longevità artistica è che ci lasciamo molto spazio per fare anche cose da soli. Io amo comporre, fare concerti, continuo a scrivere fumetti e faccio teatro.

Lillo invece è più attratto dal cinema e dalla Tv». Dopo la partecipazione alla prima edizione di LOL – Chi ride è fuori, la notorietà di Lillo è cresciuta, anche tra i bambini. Non ti è dispiaciuto non esserci? «No, assolutamente. Non amo quel genere di programmi, non sono nelle mie corde. Non lo avrei fatto nemmeno se tra i comici presenti ci fosse stato il mio idolo, Woody Allen. Poi, se uno dei due acquisisce notorietà ne beneficiamo entrambi.

Inoltre, i nostri spettacoli teatrali sono già seguiti da un pubblico eterogeneo per età, dai 7 agli 80 anni». Vi frequentate anche quando non lavorate? «Non molto. Siamo diversi anche per come impieghiamo il tempo libero: io vado a teatro e ai concerti, lui è più casalingo ». Parliamo del film: avete collaborato anche alla creazione del cast? «Sì, e finalmente abbiamo potuto avere con noi Corrado Guzzanti: era tempo che desideravamo lavorare insieme, ci conosciamo da vent’anni, da quando partecipammo a L’ottavo nano, nel 2001.

Corrado era un po’ insicuro su come rendere al meglio la figura del narcotrafficante geloso della figlia, ma direi che gli è riuscito benissimo. E anche Ilaria Spada: ha un perfetto accento italo colombiano e non è doppiata». Tra l’altro Max, il tuo personaggio, vive su un’isola meravigliosa: dove si trova? «In realtà la veduta aerea dell’atollo è un fake. La villa di Max si trova a Sabaudia. Abbiamo fatto le riprese a tempo di record, un mese soltanto, l’estate scorsa».

Tutto è filato liscio dunque… «Non proprio. In una scena c’è una tavola imbandita e abbiamo dovuto aspettare che uno sciame di mosche se ne andasse. Qualcuno della produzione ha spruzzato un repellente, ma invece di andarsene, sono aumentate». Tornando alla domanda che ispira il film: come si seduce una donna? «Essendo se stessi. Da otto anni sono felicemente sposato con Nicoletta e insieme ridiamo molto. Il senso dell’umorismo è un ottimo collante per la coppia».



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