Marmolada, cosa è successo? La spaventosa frana viaggiava a 300 km/h, un pezzo di ghiacciaio è ancora attaccato



Le prime ricostruzioni della dinamica del crollo del saracco stanno emergendo sulla Marmolada, dove continuano le ricerche dei dispersi. Un’enorme quantità di materiale staccatosi dal ghiacciaio è venuto giù ad una velocità di 300 chilometri orari. Una squadra del Soccorso Alpino trentino ha mappato l’intera area in cui si è verificata la frana ed è emerso che gran parte del ghiacciaio è ancora collegato alla montagna: rimane una parete di ghiaccio di 200 metri con un’altezza di 60 metri e una profondità di 80 metri.



Marmolada, cosa è successo?

Secondo Maurizio Fugatti, presidente della Provincia del Trentino, la quantità di ghiaccio che si è accumulata sulla montagna durante la valanga è paragonabile a due campi di calcio di ghiaccio. Il tutto era distribuito su una pendenza di 45 gradi, scrive. Al contrario, il materiale distaccato che si è riversato su un tratto di due chilometri della via normale, a circa 2800 metri di altezza, ha coperto almeno 500 metri: i tecnici stimano che la velocità del materiale fosse di 300 miglia all’ora.

Un distacco imponente e spaventoso si trova poco sotto Punta Rocca, dove la Marmolada, montagna della Grande Guerra ricavata dalle trincee dei soldati, è una delle mete più ambite dagli alpinisti. Scalatori ed escursionisti in cordata ieri nel primo pomeriggio, quando la temperatura era superiore ai 10 gradi, hanno affollato Punta Penia e Punta Rocca, le due cime più frequentate.

«Quando ci hanno chiamato, all’una e mezzo, ci hanno detto: “È venuta giù la cima della Marmolada”», racconta Luigi Felicetti, tecnico del Soccorso alpino dell’alta Val di Fassa intervenuto per soccorrere gli scalatori. «Saliti a 2.500 metri ci siamo trovati davanti a uno scenario pazzesco, c’erano blocchi di ghiaccio e roccia grandi come automobili dappertutto, abbiamo cominciato a cercare e abbiamo estratto le prime vittime».



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