Medico stroncato da infarto dopo 24 ore di lavoro, i colleghi: “Siamo in pochi, faceva da tappabuchi”



Giovanni Buccoliero, primario dell’ospedale Giannuzzi di Manduria (Taranto), ha lavorato per 24 ore di fila per coprire il numero giornaliero di visite e interventi chirurgici. A causa del personale insufficiente, il suo intervento ha evitato che l’ospedale multato per violazione delle norme sanitarie italiane.



Il medico è morto per un attacco cardiaco intorno alle 8:30 di giovedì mattina mentre faceva il giro dei pazienti. L’uomo si è allontanato, dicendo ai colleghi che stava andando in bagno, ma non è più tornato. Preoccupate per il ritardo, le infermiere sono andate a controllarlo e lo hanno trovato disteso sul pavimento dietro la porta. È stato trasportato d’urgenza al vicino ospedale dove è stato dichiarato morto.

Nonostante gli sforzi di paramedici e medici, Giovanni non poté essere rianimato. I suoi colleghi spiegarono in seguito che l’ospedale era a corto di personale e Giovanni, come molti altri, era un ripiego. Aveva lavorato 12 ore al pronto soccorso, poi dalle 8 del mattino era andato in reparto e non era tornato a casa fino a mercoledì sera. Giovedì mattina era di nuovo in reparto a fare i turni.

La Procura di Taranto ha aperto un’inchiesta sulla morte del dottor Buccoliero, che ha avuto un arresto cardiaco ore dopo un turno di 24 all’ospedale Giannuzzi, per stabilire se ci sia un legame tra la sua morte e l’estenuante orario di lavoro . I colleghi del medico deceduto raccontano che i turni al Giannuzzi sono ormai estremamente impegnativi. Il tutto, spiegano, per garantire solo gli standard minimi di assistenza medica.

Il presidente Filippo Annelli della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) ha osservato che i medici sono sottoposti a gravi disagi a causa del sovraccarico di lavoro con turni infiniti, senza la possibilità di usufruire dei periodi di riposo previsti dalla legge o delle ferie.



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