Chi sono i fratelli di Papa Francesco



Papa Francesco all’anagrafe Jorge Mario Bergoglio è il primogenito di Ben 5 figli. Purtroppo però Maria Elena è l’unica dei fratelli di Papa Francesco che è rimasta in vita. Gli altri fratelli si chiamavano Oracio Alberto, Oscar Adrian e Marta Regina e sono morti Purtroppo prima del 2003 anno in cui Jorge Mario è stato eletto Pontefice. Ma cosa conosciamo di lui e dei suoi fratelli?



Jorge Mario Bergoglio, chi sono i fratelli

Papa Francesco è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 e come abbiamo anticipato è il primogenito di 5 figli. Nel mese di gennaio 1938 è nato il primo fratello di Papa Francesco ovvero Oscar Adrian, il quale sembra aver preso il nonno da uno zio materno. La nascita del fratello è stata per Papa Francesco sicuramente un evento fondamentale per la sua vita. Dopo di lui sono nati poi altri tre fratelli ovvero Maria Elena Alberto e Marta Regina. Proprio Maria Elena nel corso di un’intervista che ha rilasciato qualche anno fa ha parlato del rapporto con il fratello.

Le parole della sorella di Papa Francesco

“Jorge Mario era ed è mio fratello e il mio migliore amico. Ha dodici anni più di me, e quindi i miei primi ricordi legati a lui risalgono a un periodo in cui lui era ormai quasi adulto. Era sempre divertente e mi ha molto sostenuto, come si addice a un fratello maggiore. Quando avevo otto anni, se n’è andato via di casa per entrare in seminario, ma siamo rimasti sempre in contatto. Ci scrivevamo delle lettere, ci telefonavamo. Avevamo una specie di rapporto a distanza, era sempre presente nella mia vita, anche se eravamo lontani e continuerà a esserlo anche ora”. Questo quanto dichiarato dalla donna.

Chi è Papa Francesco

Papa Francesco è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 e dal 13 marzo 2013 è diventato Pontefice. Appartiene ai chierici regolari della Compagnia di Gesù, ed è il primo pontefice proveniente da quest’ordine religioso. E’ nato in una famiglia dalle umili origini piemontesi e liguri. E’ il primogenito di cinque figli di Mario Bergoglio, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna proprio a Buenos Aires. La madre era invece Regina Maria Sivori ed era una casalinga. Il nonno era originario di Santa Giulia di Centaura frazione di Lavagna in provincia di Genova. All’età di 21 anni per colpa di una grave forma di polmonite purtroppo gli è stata asportata la parte superiore del polmone destro.

Penso ai genitori di fronte ai problemi dei figli, genitori che vedono orientamenti sessuali diversi nei figli: come gestire questo e accompagnare i figli e non nascondersi in un atteggiamento condannatorio».

Poche parole – pronunciate durante l’udienza generale dedicata da Papa Francesco alla figura di San Giuseppe il 26 gennaio – che hanno riaperto il dibattito su un tema, l’omosessualità, rimasto a lungo un tabù per la Chiesa di Roma.

Ma che Bergoglio non ha mai avuto timore di affrontare apertamente. Tanto che, nella stessa udienza, ha intimato: «Mai condannare un figlio». Un’apertura che però non tutto l’universo Lgbt ha preso con entusiasmo: «Accogliamo con favore le parole di Papa Francesco che confermano un atteggiamento di apertura nei confronti delle persone Lgbt, molto diverso da quello dei precedenti pontefici», ha detto Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay, «tuttavia vogliamo sottolineare che le persone Lgbt non hanno bisogno di paternalismo o commiserazione, chiedono diritti, uguaglianza, pari dignità».

Più dura la valutazione di Gaynet: «Nonostante il coming out di massa di pochi giorni fa nella Chiesa cattolica tedesca, con la campagna #OutInChurch, Papa Francesco continua nella sua ambiguità di fondo sul tema omosessualità». A non essere piaciuto è stato l’accostamento dei genitori di ragazze e ragazzi gay a quelli con figli «con problemi », poiché, sottolineano le associazioni, nello stesso discorso sono finite malattie, ragazzate, detenzione e omosessualità.

Polemiche a parte, il Pontefice, fin dalla sua ascesa al trono di Pietro, ha considerato l’omosessualità come un dato di fatto, una realtà che riguarda milioni di fedeli con i quali confrontarsi. Non a caso il 20 ottobre 2020, in occasione della presentazione del documentario del regista russo Evgeny Afineevsky (in cui si vedeva Francesco telefonare a una coppia gay con tre figli e consigliare di frequentare la parrocchia, senza timore dei pregiudizi), sorprese tutti affermando: «Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo.

Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili». Altrettanto netto e rivoluzionario fu Bergoglio nel suo primo viaggio internazionale in Brasile nel 2013, quando disse: «Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato in Vaticano chi mi dia la carta d’identità con su scritto gay. Dicono che ce ne sono.

Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby, perché le lobby tutte non sono buone. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica spiega in modo tanto bello questo, e dice: “Non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli».



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