Regina Elisabetta, il vero dolore per Filippo



Si è tenuta all’Abbazia di Westminster una solenne funzione per commemorare il duca di Edimburgo davanti a 2 mila ospiti tra i quali molti sovrani europei. Elisabetta non ha saputo trattenere le lacrime ma qualcuno l’ha criticata per la scelta di entrare in chiesa con il figlio Andrea, la pecora nera di famiglia.



Aveva fatto sapere che non sarebbe mancata per nulla al mondo e ha mantenuto la promessa. Così martedì 29 marzo Elisabetta II si è presentata alla funzione in memoria del consorte Filippo, duca di Edimburgo, scomparso quasi un anno fa, il 9 aprile 2021, camminando sulle proprie gambe.

Sempre più magra e fragile, ma tutto sommato di buonumore, la regina ha percorso il breve tragitto dal varco sul Poetry Corner, l’angolo dei poeti, fino al vicino altare maggiore di Westminster. Da una parte l’ha sorretta il bastone, appartenuto al marito e che da qualche tempo ha sempre con sé, dall’altra era a braccetto del terzogenito Andrea, il duca di York, alla sua prima uscita pubblica da quando ha chiuso, firmando un sostanzioso accordo economico, la vicenda delle accuse per molestie mosse da Virginia Roberts Giuffre.

La cerimonia, sobria ma intensa, durata una quarantina di minuti e alla presenza di circa 2 mila invitati, ha visto la sovrana alzarsi e sedersi sempre in autonomia e cantare tutti gli inni del programma. Funzione pensata per evocare, in modi diversi, la vita di questo consorte reale che è stato un eroe di guerra e un uomo dalle numerose passioni. Colore dominante è stato il cosiddetto Edinburgh green, ci sono stati riferimenti al programma sportivo giovanile Duke of Edinburgh Award e alla musica suonata dalla banda dei Royal Marines, corpo al quale il principe Filippo era legatissimo e al quale fece visita nel suo ultimo impegno ufficiale.

La spilla Venus Ruby indossata dalla regina era lì a ricordare invece l’interesse di Filippo per le innovazioni e il design. Lo stile moderno e originale del gioiello, creazione dell’orafo anglo italiano Andrew Grima (vincitore nel 1966 del Prince Philip Design Prize) aveva colpito Filippo che l’aveva acquistato per farne dono alla moglie. Una celebrazione studiata quindi in ogni più piccolo dettaglio, come si usa alla corte inglese, con un’unica nota stonata, rilevata da molti osservatori, e che ha fatto passare in secondo piano persino la mancanza del principe Harry e la presenza, insolita a questo tipo di eventi, di molti pronipoti, fra cui George e Charlotte di Cambridge.

Sì, parliamo proprio dell’arrivo di Elisabetta con Andrea, con il quale ha anche voluto condividere il tragitto in auto dal Castello di Windsor all’Abbazia di Westminster, visto che anche il figlio vive nel comprensorio, a Royal Lodge. Un’ulteriore prova di quanto la sovrana stia cercando di proteggere l’immagine di questo figlio amato ma sempre nell’occhio del ciclone e travolto dagli scandali. Una mossa da molti ritenuta però un passo falso per un’istituzione che vive di simbologie.

Alla commemorazione (un raduno di teste coronate, come non si vedeva dal Giubileo di Diamante nel 2012) erano presenti, fra gli altri, Margrethe di Danimarca, Philippe e Mathilde dei Belgi, il principe Alberto II di Monaco, Willem Alexander e Máxima dei Paesi Bassi con la regina emerita Beatrice, Felipe VI e Letizia di Spagna, Carlo XVI Gustavo e Silvia di Svezia. Accanto a loro, i discendenti delle sorelle di Filippo, i principi Bernhard di Baden, Philipp di Hohenlohe Langenburg e Donatus di Assia Kassel, oltre all’immancabile contessa Penelope Mountbatten, nipote acquisita e grande amica del duca di Edimburgo.

Nel parterre anche diversi politici fra cui il Primo ministro inglese Boris Johnson e quello scozzese, Nicola Sturgeon. Certo, l’immagine che più resterà scolpita nella nostra memoria sarà quella degli occhi arrossati da lacrime discrete, che Elisabetta ha, nella sua lunga vita, sempre cercato di non consegnare al pubblico. Ma stavolta i ricordi di 70 e più anni passati con l’amore della sua esistenza hanno avuto la meglio.



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