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Sapete chi è Riccardo Tesi ospite di Stefano Bollani e Valentina Cenni



Il fisarmonicista Riccardo Tesi, che ha iniziato la sua carriera “volando sui tetti di Firenze” con la cantante Caterina Bueno e si è poi esibito con Fabrizio De Andrè, ha detto di aver potuto solo “assaporare tutto il suo profumo fino alla fine”. Profumo di vita (come canta De Gregori nella canzone dedicata a Caterina Bueno), ma anche di musica.



“È stato bueno a insegnarmi a cantare la musica tradizionale toscana”, ha spiegato il musicista 54enne Franco Pacchiani prima del suo concerto a Fénis il 27 agosto nell’ambito di EtéTrad. “Non avevo mai suonato la fisarmonica diatonica finché non me l’ha insegnata lei. Dopo aver imparato a suonare, ho avuto un momento di crisi e volevo rinunciare. La persona che mi ha fatto superare questo ostacolare è stata Caterina. Da allora non ho più avuto dubbi e sento di aver contribuito alla valorizzazione di questo strumento sia come esecutore che come insegnante”.

Non è un caso che l’ultimo CD della sua “Banditaliana”, che a Tsantì de Bouva comprendeva il chitarrista Maurizio Geri, il suo partner di lunga data, il sassofonista Claudio Carboni e il percussionista Gigi Biolcati, si intitoli “Sopra i tetti di Firenze”, un riferimento alla città toscana dove oggi vive il compositore e il pianista Vincenzo Tesi. Musicalmente, ha detto, “ho due facce: da un lato compongo musica originale, dall’altro lavoro tematici come questo su Caterina Bueno e musica tradizionale toscana”. E così, dopo una breve sequenza di sue composizioni per CD come “Presente Remoto” e “Lune”, con l’ingresso della cantante Lucilla Galeazzi è stata la volta di una serie di gemme contenuta in “Sopra i tetti di Firenze”.

Le canzoni, pur essendo più o meno note (da “Donna Lombarda” a “Maggio”, da “Italia bella mostrati gentile” a “Battan l’otto”), sono reinterpretate con la sensibilità e la libertà di musicisti che uniscono alla valenza tecnica un’ipertrofica consapevolezza sociale. Musicisti nati da persone a cui aveva dipinto “la fama in faccia”, ma allo stesso tempo fare in faccia da 500 catene che sapevano, se non spezzare, almeno alla andare il guaio, il peggio tocca sempre all’operaio”). Il tutto su un climax musicale altamente emotivo creato da musicisti che soprattutto hanno suonato tanto, ma vissuto tanto.



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