Tutto su Bruno Conti: età, carriere, Roma, moglie, figli, vita privata



Bruno Conti è nato a Nettuno, il 13 marzo 1955. La sua carriera inizia nelle giovanili della Roma, con cui gioca nel suo esordio in serie A, avvenuto nel 1973. Nel 1975 viene ceduto in prestito al Genoa dove si presenta l’opportunità di giocare un’intera stagione con la squadra del campionato cadetto (il livello più giovane).



L’anno successivo, Bruno torna a vestire la maglia della Roma che indosserà per 12 stagioni, collezionando 300 presenze e 37 gol.
Con la Roma, Bruno ha vinto uno scudetto nel 1983 e cinque Coppe Italia. È stato anche uno dei protagonisti della vittoria del 1982 contro la Spagna con la nazionale italiana.

Bruno Conti (Nettuno, 13 marzo 1955) è un ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982, ha legato il suo nome a quello di Roma, con cui ha vinto lo scudetto nel 1982 – 1983. Terminata la carriera calcistica, intraprende la carriera manageriale entrando nei quadri dei giallorossa, di cui ricopre anche il ruolo di allenatore per alcuni mesi.

Conti è originario di Nettuno, chiamata la città del baseball come sede dell’omonimo club, il più titolato d’Italia. Per questo motivo, prima di decidere una volta e per il calcio era anche un giocatore di baseball, che in gioventù era considerato una delle promesse più brillanti: all’età degli anni, i leader della Santa Monica erano disposti a offrirgli una borsa di studio per gli Stati Uniti d’America onde migliorare il talento, ma i suoi genitori si opposero.

Con la formazione Neptune fece un’apparizione nella top series nell’annata 1969. In giovane età è stato rifiutato da Helenio Herrera durante un provino per l’Inter perché considerato troppo basso di statura. Ha due figli, Daniele e Andrea, che sono diventati anche calciatori professionisti. A lui è stato dedicato con simpatia un libro, che è anche la sua prima biografia, intitolata Essere Bruno Conti, scritta da Gabriella Greison. Nel 2011 ha anche scritto la prefazione al libro unico Grande Amore di Giuseppe Carlotti. Storie di romanisti sulla strada.

Conti era un giocatore tecnicamente dotato, abile nel saltare l’uomo e servire assist ai suoi compagni di squadra. Molto rapidamente, ha giocato nel ruolo di destro, nonostante fosse mancino.

Con la Roma ha giocato quasi tutta la sua carriera (ad eccezione di due campionati con il Genoa in Serie B), tra il 1973 e il 1991. La sua maglia era la numero 7. Ha difeso i colori giallorossi in sedici campionati, segnando 35 gol. Con Falcao, Agostino Di Bartolomei, Carlo Ancelotti e Roberto Pruzzo, ha fatto parte del nucleo storico della squadra nel 1982, 1983, e ha vinto lo scudetto nel 1983 – 1984 e ha raggiunto la finale di Coppa dei Campioni; nell’ultima partita giocata allo Stadio Olimpico il 30 maggio 1984, e decise il rigore a favore del Liverpool inglese, i conti che mancarono il secondo tiro dal floppy disk.

Sempre con la maglia giallorossa ha vinto cinque Coppe Italia (1979 – 1980, 1980 – 1981, 1983 – 1984, 1985 – 1986, 1990 – 1991). Nella sua ultima stagione, 1990-1991, ha giocato una sola partita, l’andata della Coppa UEFA 1990-1991, il 28 novembre 1990, in cui è entrato in campo negli anni ”80”; nel resto dell’anno non giocò più partite, ritirandosi alla fine di esse. Nella loro partita d’addio all’Olimpico del 23 maggio 1991, c’erano più di 80.000 paganti, più della finale di Coppa UEFA giocata nella stessa sede il giorno prima tra Roma e Inter. È ricordato da tutti gli appassionati giallorossi come sindaco di Roma.

Il 20 settembre 2012 è stato uno dei primi 11 giocatori ad essere inserito nella Hall of Fame ufficiale di Roma. Ha fatto il suo debutto per la nazionale Azzurra sotto Enzo Bearzot nel 1980 e vi ha giocato 47 volte, segnando 5 gol.

È considerato il figlioccio di Franco Causio, poiché nella selezione ha raccolto la pesante eredità del Barone, detentore negli Azzurri per nove anni. Ha segnato, insolitamente destrorso nonostante fosse mancino, con un tiro da fuori area nella sfida del gruppo di qualificazione contro il Perù; successivamente, nella finale contro la Germania Ovest, dopo il suo ammonimento per un fallo su Karlheinz Förster a 25”, subì il fallo di rigore poi mancato da Antonio Cabrini, partecipò all’azione del momentaneo 2-0 di Marco Tardelli e creò le condizioni alessandro Altobelli verso il gol campione del mondo nel 1982 in Spagna, con la sua prestazione si è conclusa una decisiva vittoria azzurra, entrambe da giudicare tra i migliori elementi della manifestazione – anche la “più forte del mondo” secondo Pele – guadagnandosi anche il soprannome di MaraZico di un portmanteau tra Maradona e Zico, i due giocatori più in voga della Coppa del Mondo.

Nel frattempo diventa uno dei senatori del girone Azzurro, rimane in nazionale fino al Campionato del Mondo 1986, giocando l’ultima partita in occasione della sconfitta italiana nella fase a eliminazione diretta contro la Francia. Si ritirò dal mondo del calcio professionistico nel 1991. Nel 1994 è stato nominato allenatore delle giovanili della Roma, seguito dal ruolo di responsabile del settore giovanile della Roma.

Dal 14 marzo al 30 giugno 2005, dopo le dimissioni dell’allenatore Luigi Delneri, ha guidato la prima squadra giallorossa in via provvisoria, portandola alla finale di Coppa Italia e garantendo loro l’accesso alla Coppa UEFA. Al termine della stagione sportiva, 2004 – 2005, torna nelle fila della dirigenza del club capitolino responsabile dell’area tecnica della prima squadra e del settore giovanile, concentrandosi in seguito interamente su quest’ultimo, incarico che ricopre fino all’aprile 2016, quando gli succede Massimo Tarantino; allo stesso tempo gli è stato assegnato il ruolo di ambasciatore della situazione finanziaria del club.



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