Ieri, a Milano, una violenta aggressione ha scosso la città. Ibrahim Tawfik, un trentatreenne egiziano, ha agito con estrema violenza, ferendo tre passanti in viale Monza, brandendo il Corano in mano. La sua azione è stata prontamente repressa dagli investigatori della Digos, che lo hanno arrestato sulla base dell’articolo 406 bis del codice penale, che riguarda la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Le accuse contro l’aggressore
L’arresto di Tawfik è avvenuto dopo che era stato inizialmente indagato per lesioni nei confronti delle sue vittime. Tuttavia, la nuova accusa di propaganda discriminatoria rende la sua situazione giuridica ancora più grave.
Il passato di Tawfik
Ibrahim Tawfik, con un passato da scafista nella pericolosa rotta Nordafrica-Sicilia, era stato arrestato nel 2014 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel 2020, era stato oggetto di un ordine di espulsione, ma era tornato in Italia nel 2023, violando la norma che impedisce il reingresso prima di cinque anni. Questo aveva portato al suo arresto a luglio a Milano.
Il profilo dell’aggressore
L’aggressione di ieri è stata particolarmente violenta, con Tawfik che indossava una lunga tunica e teneva il Corano in mano. Secondo alcuni testimoni, avrebbe gridato più volte “Allah Akbar”, anche se le indagini sono ancora in corso per confermare questo dettaglio. L’attacco ha causato lesioni a un uomo di quarant’anni di origine ecuadoriana, che è stato portato in ospedale per cure mediche. Le indagini condotte dalla Digos non hanno finora rivelato collegamenti tra l’aggressore e ambienti radicali islamici.
Tuttavia, il comportamento di Tawfik, sia durante l’aggressione che con gli agenti che lo hanno arrestato, ha evidenziato un forte odio verso l’Occidente, alimentato dalle sue esperienze personali in Italia. La sua audizione in tribunale fornirà ulteriori dettagli su questo caso che ha scosso la comunità milanese.