Bambina di 10 anni violentata dal compagno della madre in Abruzzo: i parenti accusano gli assistenti sociali



La famiglia del padre biologico della bambina di 10 anni che sarebbe stata oggetto di abusi sessuali per un anno da parte del compagno della madre, un pregiudicato siciliano di 43 anni, ha accusato gli assistenti sociali di non aver fatto nulla per evitare la tragedia. La bambina sarebbe stata costretta a subire gli abusi in una casa popolare concessa dal Comune in un paese del Centro Abruzzo.



Le segnalazioni alla polizia

La famiglia del padre biologico ha dichiarato di aver segnalato decine di volte agli assistenti sociali le condizioni in cui viveva la bambina e la madre, ma nessuno avrebbe fatto nulla per aiutare la piccola. La situazione sarebbe stata segnalata anche alla polizia, ma senza risultati.

La scoperta dei fatti

La vicenda è venuta alla luce dopo che la bambina ha raccontato a una sua amichetta quelle attenzioni particolari che le riservava l’uomo. L’amica ha così spinto la vittima a dire tutto al padre che ha subito denunciato il fatto ai carabinieri che, a loro volta, hanno fatto scattare le indagini, nascondendo in casa delle telecamere.

La reazione della famiglia

La famiglia del padre biologico chiede ora che gli venga restituita la figlia, denunciando l’assurda legge sulla bigenitorialità che obbliga i minori a vedere i genitori anche se violenti. La bambina si trova attualmente a casa con la madre, che risulta indagata e che, secondo la famiglia, era almeno a conoscenza di quello che accadeva. La situazione è disperata e la giustizia sembra non fare abbastanza per proteggere i bambini vittime di violenza sessuale.



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