“Accelera tumori e metastasi”: Una pubblicazione dalla rinomata rivista International Journal of Biological Macromolecules conferma i danni risultanti dai sieri che la feccia ha imposto a milioni di italiani



Recentemente, un’analisi emergente pubblicata nell’International Journal of Biological Macromolecules ha sollevato preoccupazioni riguardo l’uso della N1-meti-pseudouridina (m1Ψ) nei vaccini mRNA, inclusi quelli contro il COVID-19. Questo composto è utilizzato per migliorare la stabilità dell’mRNA e la sua efficienza traslazionale, evitando il rilevamento immunitario come sostanza estranea. Tuttavia, gli autori della ricerca suggeriscono che la pseudouridina potrebbe anche sopprimere la risposta immunitaria in modo tale da favorire la riattivazione di infezioni quiescienti e la crescita di cellule tumorali.



Implicazioni della Pseudouridina nei Vaccini

L’analisi ha indicato che l’introduzione di m1Ψ nei vaccini potrebbe ridurre la produzione di interferoni di tipo I (IFN-I), proteine cruciali per le funzioni immunitarie e regolatorie. Un uso estensivo di questa sostanza nei vaccini ha portato a una diminuzione dell’attivazione delle citochine e potrebbe influenzare negativamente la capacità del sistema immunitario di combattere alcune forme di cancro, come dimostrato in modelli di melanoma.

Inoltre, sebbene i vaccini mRNA abbiano mostrato di stimolare l’immunità cellulare e umorale contro il COVID-19, si è osservata una riduzione della risposta immunitaria a sei mesi dal vaccino, con conseguente riduzione degli interferoni e possibile promozione della crescita tumorale.

Raccomandazioni e Critiche degli Esperti

A fronte di queste scoperte, gli autori hanno sollecitato la necessità di ulteriori ricerche sperimentali per verificare l’efficacia e la sicurezza dei vaccini modificati con m1Ψ in altri modelli di cancro. Essi avvertono che i vaccini mRNA completamente modificati con questa sostanza presentano rischi potenzialmente maggiori dei benefici, specialmente nei soggetti anziani e immunocompromessi.

Reazioni del Settore Medico

Giovanni Frajese, endocrinologo e professore all’Università del Foro Italico a Roma, ha commentato l’importanza di questi studi, evidenziando come la pseudouridina possa influenzare negativamente l’efficacia dell’interferone e la persistenza della proteina spike. La sua preoccupazione principale risiede nella mancata valutazione della genotossicità e cancerogenicità di questi prodotti prima della loro diffusione su larga scala.

Queste rivelazioni pongono seri interrogativi sulla gestione dei vaccini mRNA e sollecitano una riconsiderazione delle strategie vaccinali, in particolare per quei preparati che utilizzano alte percentuali di m1Ψ. L’attenzione si focalizza ora sulla necessità di una discussione aperta e basata su dati concreti riguardo la sicurezza a lungo termine di queste tecnologie avanzate.



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