Il drammatico caso di Giulia Tramontano: la richiesta dal carcere di Alessandro Impagnatiello che suscita indignazione



In questi giorni si sta scatenando una vera e propria tempesta mediatica intorno al caso dell’omicidio di Giulia Tramontano, una giovane donna di 29 anni incinta di sette mesi, brutalmente assassinata dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, ora detenuto. L’intera vicenda è resa ancora più sconvolgente dalla scoperta che il barista aveva una relazione con un’altra donna, che a sua volta aspettava un figlio da lui ma aveva deciso di abortire. Giulia e questa altra donna si erano incontrate poco prima del tragico evento, con l’intenzione di sostenersi a vicenda, ma purtroppo il destino ha impedito loro di farlo.



La confessione e il pentimento inesistente

Prima di confessare il suo crimine, Alessandro Impagnatiello aveva cercato di depistare le indagini fornendo una versione distorta dei fatti. Tuttavia, le prove contro di lui si sono accumulate, compreso un paio di guanti in lattice trovati nello zaino. Davanti ai giudici, l’assassino ha ammesso la sua colpa senza mostrare alcun segno di pentimento, se non quello di non essere riuscito a togliersi la vita. Questo individuo, privo di qualsiasi empatia, ha ora avanzato una richiesta sconcertante.

La richiesta di Alessandro Impagnatiello dal carcere: vedere suo figlio

Al momento, Alessandro Impagnatiello è rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano. Da là, ha chiesto di poter incontrare suo figlio di soli 6 anni. Il rinomato psichiatra Paolo Crepet è intervenuto sulla questione, esponendo il suo punto di vista in un’intervista a La Stampa. Secondo Crepet, l’uomo non dovrebbe in alcun modo avere il permesso di vedere suo figlio e spiega le ragioni di questa ferma posizione.

Il bene del bambino come priorità assoluta

Paolo Crepet sostiene che il bambino, che ha già un’età in cui può comprendere una spiegazione, debba essere protetto a tutti i costi. Questa protezione può avvenire solo attraverso la verità completa, senza alcuna omissione: il padre ha ucciso la sua compagna e il suo fratellino, questo è ciò di cui si tratta. Secondo lo psichiatra, Alessandro Impagnatiello potrebbe chiedere di vedere il figlio “probabilmente come parte di una strategia, forse concordata con i suoi avvocati”.

La manipolazione come tratto distintivo

Crepet aggiunge che, considerando che Alessandro Impagnatiello ha passato la sua vita manipolando tutto ciò che gli si parava davanti, potrebbe percepire la richiesta di incontrare il figlio come un’opportunità per ottenere una residua immagine di umanità. I suoi comportamenti, la freddezza, l’assenza di rimorso e il fatto che si sia subito rifugiato nell’altra donna dimostrano che alla base delle sue azioni vi è un solo sentimento: l’indifferenza, l’insensibilità.



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