Maurizio Costanzo è morto, il giornalista e conduttore tv aveva 84 anni



Maurizio Costanzo è purtroppo scomparso all’età di 84 anni. Il giornalista, conduttore televisivo, autore e sceneggiatore è stato una vera icona nel suo campo e mancherà a tutti coloro che lo hanno conosciuto. È morto venerdì a Roma.



È un peccato che lo show di Maurizio Costanzo sia terminato dopo 34 anni. È stato un grande spettacolo che ha intrattenuto molte persone nel corso degli anni. Sono sicuro che a molti mancherà.

Era un uomo che si impegnava nel suo lavoro, alternando programmi buoni e ottimi. Era quello con la camicia baffuta nello spot di Dino Erre Collofit, e quello con la tessera P2 numero 1819. La mafia cercò di farlo saltare in aria per il suo impegno con Giovanni Falcone, e lui viene ricordato come un uomo dedito al suo lavoro.

Fu giornalista, ma anche autore radiofonico, televisivo e di canzoni. Ha scritto successi come “Se telefonando” con Ghigo De Chiara nel 1966. È stato anche autore di testi teatrali e sceneggiatore di quattro film di Pupi Avati e di “Una giornata particolare” con Sophia Loren e Mastroianni diretto da Scola nel 1977.

Maurizio Costanzo è nato a Roma il 28 agosto 1938. Inizia la sua carriera come giornalista di Paese Sera nel 1956. Sette anni dopo, debutta come autore radiofonico per la Rai con Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. Questi piccoli passi lo portano alla televisione.

È stato il primo a creare un talk show sulla TV italiana, un genere che sarebbe poi diventato tanto ineludibile quanto inflazionato: Bontà loro (Rai1, 1976 – 1978) fu il primo seme di una serie di programmi che avrebbero avuto la loro definitiva fioritura nel 1982 con il Maurizio Costanzo Show, in scena dal Teatro Parioli di Roma.

Se Bruno Vespa ha riprodotto la terza Camera dello Stato in televisione, Costanzo ha inventato il “salotto mediatico” che parte da Rete4 per poi estendersi a Canale 5. È un luogo di transito e di discussione, a volte di alto livello, a volte meno, dove si fa prima a elencare chi non è mai stato invitato che il contrario. Alla fine gli ospiti saranno 32.800, tra persone comuni e personalità affermate.

Per molti è stato un trampolino di lancio: quei 15 minuti di celebrità che, se si riusciva a bucare lo schermo, potevano essere ripetuti in un istante e diventare un successo. È stato il caso di Enrico Brignano, Gioele Dix, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, David Riondino, Daniele Luttazzi, Alessandro Bergonzoni, Valerio Mastandrea, Ricky Memphis, Platinette, Giampiero Mughini, Vittorio Sgarbi. Disimpegno ma anche impegno, come nelle campagne contro la mafia (era amico di Falcone, ospite nei suoi programmi) che, il 14 maggio 1993, portarono a un attentato (fallito): un’auto con 90 chili di tritolo esplose in via Fauro (vicino ai Parioli). Una “medaglia” di cui andare fieri, al netto della storia di un decennio prima.

Non si può negare che Licio Gelli fosse un massone. Il suo nome compare in una lista di massoni del 1980. All’inizio ha negato qualsiasi coinvolgimento con i massoni, ma poi si è arrampicato sugli specchi, sostenendo di essere stato iscritto a sua insaputa. Alla fine ha ammesso il suo legame con la P2. Gelli ha condotto una vita professionale molto intensa, oltre a una vita personale molto attiva.

È un matrimonialista seriale, essendosi sposato quattro volte: prima con Lori Sammartino nel 1963, poi con Flaminia Morandi nel 1973 (da cui ha avuto due figli: Camilla, sceneggiatrice della Rai, e Saverio, regista). In seguito ha avuto una lunga convivenza con Simona Izzo, ma nel 1987 ha sposato Marta Flavi. La quarta volta è stata quella buona: nel 1995 ha regalato l’anello a Maria De Filippi.

Il giornalista e conduttore conduce anche il Costanzo Show, che all’inizio era in coppia con Corrado e alla fine con Loredana Lecciso. Questo programma ha iniziato gradualmente a sconfinare nel trash per il troppo spazio dato a personaggi di reality di dubbio gusto.

Il suo programma simbolo perde progressivamente popolarità con il cambiare dei gusti dei telespettatori: meno persone lo guardano e va in onda per periodi più brevi. Il presunto epilogo arriva il 9 dicembre 2009, quando va in onda l’ultima puntata con alcuni degli ospiti più rappresentativi della storia del programma, tra cui Raffaele Morelli, Afef, Katia Ricciarelli, Andrea Camilleri, Gino Strada ed Enzo Iacchetti. Non amava gli amarcord. Ha ricordato che è riuscito a fare un programma libero e che Berlusconi ha tenuto il broncio solo due volte: quando ha invitato Di Pietro, ma non glielo ha detto direttamente, glielo ha fatto sapere.



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