Quota 104 e pensioni: perché l’assegno subirà un taglio del 4%



Un taglio del 4% è previsto per coloro che sceglieranno di ritirarsi prima dal lavoro con il nuovo sistema, come delineato dal disegno di legge. A partire da gennaio, saranno necessari almeno 63 anni di età e 41 anni di contributi Inps. Il bonus per coloro che scelgono di non aderire a questo meccanismo sarà parzialmente compensato dal taglio dei contributi per tutti i lavoratori con un reddito fino a 35mila euro lordi. Inoltre, i periodi di attesa per il ritiro aumenteranno.



Con questo sistema, che innalza l’età pensionabile di un anno rispetto all’attuale (fino a dicembre si applica Quota 103), l’intento del governo di rallentare gli esodi dal lavoro e, quindi, contenere le spese pensionistiche, diventa più evidente.

Un modesto incentivo per coloro che rimangono

Il premio, anch’esso previsto nel progetto di legge di bilancio, è orientato verso coloro che, pur avendo i requisiti per il ritiro anticipato, scelgono di rimanere al lavoro. A questi lavoratori e dipendenti non sarà richiesto di pagare la quota di contributi che normalmente versano con il loro stipendio. Un beneficio che rappresenta poco più del 9%, ma che in molti casi si ridurrà notevolmente (riducendo i risparmi) perché assorbito dallo sconto che Palazzo Chigi offre a tutti i dipendenti con un reddito fino a 35mila euro lordi all’anno.

I primi pensionati con Quota 104 arriveranno in estate

Coloro che optano per Quota 104 vedranno anche un’estensione del cosiddetto “periodo di attesa”, ovvero il tempo trascorso tra il giorno in cui si richiede la pensione e quello in cui si può effettivamente smettere di lavorare. Questo periodo sarà di tre mesi in più rispetto all’attuale, il che significa che i lavoratori del settore privato dovranno aspettare sei mesi, che diventeranno nove per i lavoratori pubblici. In pratica, nella migliore delle ipotesi, vedremo i primi pensionati con Quota 104 la prossima estate.

@controcopertinaPensioni, con Quota 104 assegno tagliato del 4%

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