Sergio Castellitto biografia



Immergetevi nella straordinaria carriera di Sergio Castellitto e scoprite la sua vita privata! Scoprite le ultime notizie, ammirate i premi vinti e date un’occhiata alle sue foto e ai suoi video.



Sergio Castellitto, nato il 18 agosto 1953 a Roma da una famiglia di origine molisana, è cresciuto nella capitale e ha frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, senza però completare gli studi. In giovane età debutta in teatro con registi di fama come Enzo Muzii, Aldo Trionfo e Luigi Squarzina. È durante la messa in scena de Le tre sorelle di Cechov che incontra la sua futura moglie, la scrittrice e sceneggiatrice Margaret Mazzantini, che sposerà nel 1987. La passione per il teatro li ha fatti incontrare!

La sua carriera cinematografica inizia nel 1981 con Tre fratelli di Francesco Rosi, candidato all’Oscar, dove ha un ruolo minore. Ma è nel 1984 che inizia a brillare, recitando in Magic Moments accanto a Rodolfo Laganà e Fabio Traversa. Il suo talento viene subito riconosciuto e gli vengono affidati ruoli da protagonista in diversi film degli anni Ottanta, come Giovanni Senzapensieri (1986) e Sembra morto…ma è solo svenuto (1986). Le sue capacità vengono presto notate da registi famosi come Ettore Scola e Luc Besson, che gli danno visibilità internazionale con La famiglia (1987) e Le Grand Bleu (1988). Il duro lavoro viene ripagato: viene candidato al David di Donatello come miglior attore protagonista per Piccoli Equivoci (1989) di Ricky Tognazzi e vince il David e il Ciak d’oro come miglior attore non protagonista per Tre colonne in cronaca (1990) di Carlo Vanzina. La sua fama in Francia, grazie a Besson, lo porta a recitare nella commedia In viaggio con Alberto nel 1990. La passione e la dedizione per il suo mestiere sono innegabili e il successo è meritato.

Castellitto si appassiona alla recitazione e si avventura nel mondo della televisione, dove viene immediatamente riconosciuto per la sua interpretazione in Un cane sciolto (1990) di Giorgio Capitani. Gli anni ’90 sono stati un periodo di esplorazione per Castellitto, che ha abbracciato una varietà di generi, da Stasera a casa di Alice (1990) di Carlo Verdone all’horror de La carne (1991) e al noir Nero (1992). La sua carriera ha raggiunto nuovi traguardi quando ha vinto un David di Donatello, un Nastro d’argento, un Ciak d’oro e un Globo d’oro per la sua interpretazione di Arturo ne Il grande cocomero (1993) di Francesca Archibugi. Il suo successo continua due anni dopo, quando viene nominato per un altro David e vince il Nastro d’argento e il Premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia per L’uomo delle stelle (1995) di Giuseppe Tornatore. Con una carriera già ben avviata, Castellitto decide di affrontare una nuova sfida e di dirigere Libero Burro (1999) – di cui firma anche la sceneggiatura – e riceve il Gran Premio al Festival Internazionale di Mons nel 2000.

Castellitto si è fatto un nome come attore versatile, interpretando una serie di ruoli che vanno da Fausto Coppi ne Il grande Fausto (1995) a Enzo Ferrari in Ferrari (2003). Tuttavia, è nei ruoli drammatici che dà il meglio di sé e ha fornito alcune interpretazioni davvero memorabili in film come L’ultimo bacio (2001), Concorrenza sleale (2001), Caterina va in città (2003) e La stella che non c’è (2006). Particolarmente degno di nota è il suo lavoro con Marco Bellocchio, premiato per il ruolo di protagonista in L’ora di religione (2002) e per Il regista di matrimoni (2006). La sua passione e dedizione al mestiere è innegabile e continua a essere una forza da tenere in considerazione nel cinema italiano.

Il periodo trascorso in Francia durante la giovinezza è riemerso in età adulta quando Joffé, Rivette e Coixet lo hanno scritturato in Que la lumière soit (1998), Ne quittez pas! (2004), Chi lo sa? (2000), Questione di punti di vista (2009) e Paris je t’aime (2006). Questo periodo della sua carriera è stato segnato dal lavoro in progetti internazionali, come Ricetta d’amore (2001), e dal suo primo film americano, Le cronache di Narnia: Il principe Caspian (2008), dove interpreta il cattivo Re Miraz. Il suo secondo film da regista, Non ti muovere (2004), è stato adattato dal romanzo della moglie e interpretato da un cast impressionante, tra cui Penélope Cruz, Claudia Gerini e Marco Giallini. Con grande entusiasmo, ha scritto e interpretato questo film.

Negli anni 2000 è tornato alla commedia, recitando in Italians (2009) di Giovanni Veronesi con Carlo Verdone, Una famiglia perfetta (2012) di Paolo Genovese e La buca (2014) di Daniele Ciprì. Il suo debutto alla regia è avvenuto con La bellezza del somaro (2010), una commedia con Laura Morante. In seguito è stato protagonista della serie di successo In Treatment (2013) nel ruolo dello psicoterapeuta Giovanni Mari. La sua carriera di regista ha preso una piega più internazionale con Venuto al mondo (2012) e Nessuno si salva da solo (2015). Negli ultimi anni ha diretto Jasmine Trinca e Stefano Accorsi in Fortunata (2017) ed è apparso nella commedia Il tuttofare (2018), interpretando il ruolo dell’avvocato spocchioso Toti Bellastella. Con entusiasmo e passione, continua a esplorare il suo talento sia nella regia che nella recitazione.



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