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Abbattuto in Trentino l’orso M91: lo scorso aprile aveva seguito un viaggiatore sul monte di Molveno



Nella notte tra sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, l’orso identificato come M91 è stato abbattuto dagli agenti del Corpo forestale trentino su ordine del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. La decisione è stata presa dopo che l’animale, già noto per la sua confidenza con l’uomo, aveva più volte mostrato comportamenti considerati rischiosi per la sicurezza pubblica. Tuttavia, questa scelta non è stata accolta senza critiche, in particolare da associazioni per la protezione degli animali.



L’orso M91, un giovane esemplare di poco più di due anni, era stato monitorato attentamente dal 15 ottobre grazie a un radiocollare applicato nell’ambito del Pacobace, il Piano interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi Centro-Orientali. Questo strumento aveva permesso ai forestali di seguire i suoi movimenti, considerati anomali per la specie. La misura era stata adottata dopo un incontro avvenuto ad aprile tra M91 e un turista nei boschi di Molveno, sull’altopiano della Paganella. Durante quell’episodio, l’animale non aveva mostrato atteggiamenti aggressivi, allontanandosi poco dopo. Tuttavia, nei mesi successivi, l’orso si era avvicinato ripetutamente a zone abitate, cercando cibo nei cassonetti.

Secondo le autorità provinciali e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), questi comportamenti rappresentavano un rischio crescente per l’incolumità pubblica. La decisione di abbattere l’animale è stata quindi motivata dalla necessità di evitare situazioni ancora più gravi. Come riportato nel provvedimento, si è ritenuto necessario agire per “assicurare la tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica”. L’operazione è stata eseguita in tempi rapidi, con il decreto firmato il 29 novembre ed eseguito nelle ore successive.

Non tutti, però, hanno condiviso la scelta delle autorità trentine. Massimo Vitturi, presidente della Lega anti vivisezione (Lav), ha espresso un forte dissenso nei confronti del provvedimento. Secondo lui, l’abbattimento di M91 sarebbe stato “antidemocratico” e avrebbe impedito alla Lav di presentare ricorso al Tar per sospendere il decreto. Vitturi ha dichiarato: “Questo orso avrebbe dovuto essere preso ad esempio per non avere risposto alle molteplici provocazioni subite nel tempo”. In particolare, ha criticato il comportamento del turista coinvolto nell’incontro di aprile, sostenendo che l’uomo avrebbe lanciato pietre contro l’animale e lo avrebbe minacciato con un bastone.

Per gli animalisti della Lav, la presenza del radiocollare avrebbe reso il monitoraggio dell’orso ancora più semplice, riducendo ulteriormente il rischio di incidenti. Vitturi ha infatti sottolineato: “La sua individuazione così era ancora più facile e immediata”. Secondo questa prospettiva, l’abbattimento non sarebbe stato giustificato né necessario.

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla gestione della fauna selvatica in Trentino, una regione che negli ultimi anni ha visto crescere la popolazione di orsi grazie a programmi di ripopolamento e conservazione. Tuttavia, la convivenza tra uomini e animali selvatici non è priva di difficoltà, soprattutto quando gli esemplari sviluppano un’eccessiva confidenza con gli esseri umani. Il caso di M91 rappresenta un esempio emblematico di questa complessa interazione.



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