Accuse di Favoreggiamento e Falso Ideologico: Le Psicologhe e l’Avvocata Coinvolte



Il caso di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della sua figlioletta Diana, ha subito una svolta significativa con l’indagine nei confronti di due psicologhe del carcere di San Vittore e dell’avvocata della donna, tutte indagate per favoreggiamento e falso ideologico.



Fornitura di Una Tesi Alternativa:

Secondo l’accusa del pm Francesco De Tommasi, le due psicologhe avrebbero redatto una relazione che forniva a Pifferi una “tesi alternativa difensiva,” suggerendo un possibile vizio di mente e manipolandola di conseguenza.

Critiche dei Consulenti Psicologi della Procura:

I consulenti psicologi della Procura di Milano, Marco Lagazzi e Alice Natoli, hanno criticato il lavoro delle due psicologhe, esprimendo perplessità riguardo a una prassi apparente che non avevano mai visto applicare a nessun altro detenuto.

Il procuratore De Tommasi ha dichiarato che Alessia Pifferi non presenta alcun problema mentale e che la sua manipolazione da parte delle psicologhe ha reso difficile, se non impossibile, l’accertamento sulle sue reali capacità cognitive.

Oltre alle psicologhe, l’avvocata Alessia Pontenani è indagata per falso ideologico. Il pm De Tommasi sostiene che la donna ha attestato falsamente il quoziente intellettivo di Pifferi e che il test utilizzato non era “utilizzabile a fini diagnostici e valutativi.”

Il caso di Alessia Pifferi assume contorni sempre più complessi, con le accuse di manipolazione e falsificazione di documenti. La battaglia giudiziaria si preannuncia lunga e intricata, mentre emergono dettagli che sollevano dubbi sulla correttezza delle procedure adottate nel carcere di San Vittore. La verità sulla morte di Diana sembra ancora lontana, e le indagini continuano a gettare luce su nuovi elementi.



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