Angelina Mango: «Siamo una generazione coraggiosa, senza esitazione nell’esprimersi, ma non tocco il punto dolente lasciato dalla morte di papà»



Dalla partecipazione ai festival estivi ai tour nelle capitali europee e nei club italiani, Angelina Mango non si ferma mai, trasmettendo un’energia contagiosa in ogni progetto musicale.



Angelina Mango è una vera forza della natura, sempre in movimento anche quando parla con i giornalisti. Con la videocamera del cellulare in mano e l’auricolare nell’orecchio, sorride mentre si dirige verso il prossimo concerto. Da Amici a Sanremo, dall’Eurovision al nuovo album di inediti “Poké melodrama”, che uscirà il 31 maggio con LaTarma Records, Angelina sta vivendo un anno a dir poco frenetico. Il suo tour è triplice: nei festival estivi italiani e internazionali, nelle capitali europee in autunno (con doppia data a Parigi e cambio di location a Colonia per maggior affluenza), e nei club italiani sempre in autunno.

È un anno vissuto a pieno ritmo, solo a raccontarlo ci si stanca. Ma lei non si sente sotto pressione: “Non mi sento sotto pressione, giuro. L’adrenalina è sempre in circolo. Tutto questo ha un senso, è il risultato di dodici mesi di lavoro intenso, ricerca e impegno. Mi sento appena arrivata in questo mondo, guardo ancora tutto con occhi pieni di meraviglia, e la mia crescita come artista è parallela a quella della Angelina ventitreenne.”

Il nuovo album è un vero e proprio viaggio musicale: dal reggaeton al cantautorato, passando per il rap, sonorità etniche levantine e l’elettropop. Una scelta ponderata o pura spontaneità? “Niente di pianificato, tutto è nato spontaneamente. Non riesco a incasellarmi, mi diverte sperimentare. Anche nelle collaborazioni con autori e produttori che non conosco. Vai in studio e quasi non sai cosa succederà, poi magari si instaura un feeling immediato. È stato così con Bresh, Dani Faiv e Marco Mengoni. Fare musica senza inibire la parte istintiva. Certo, ho anche la mia comfort zone che mi dà sicurezza, la mia coperta di Linus: mio fratello Filippo, il mio chitarrista Antonio Cirigliano. Ne è venuto fuori un disco con diverse influenze ma con un suono omogeneo al quale ho lavorato parecchio.”

Il disco appare come un’autobiografia musicale, con momenti struggenti. “Canto di cose vere, che succedono a una ragazza come me. Ci sono spunti personali, certo, ma non sento il bisogno di enfatizzare il dolore della perdita di mio padre. Non uso giri di parole, vado sempre dritta al punto.”

In “Edmund e Lucy” canta del suo stretto legame con il fratello. “È una grande dichiarazione d’amore. Filippo mi ha insegnato tutto, è grazie a lui se ho scoperto la musica.”

In “Una bella canzone” dice «non ho paura dell’amore e del male che può fare». “È quasi un invito che faccio a me stessa e ai miei coetanei. Siamo una generazione forte, che non si nasconde, non ha paura di esprimersi: mi piace rappresentarci così.”

C’è qualcosa che non è riuscita a mettere nel disco? “Ci ho messo tutto, nel pc non è rimasto quasi niente.”

Cosa promette il live? “Vorrei che uscisse fuori la stessa energia dell’album, le canzoni sono quelle giuste, adesso tocca a me e alla band. E al pubblico, naturalmente, che è l’altro protagonista delle serate.”

Dopo Sanremo, il pubblico di Angelina Mango si è allargato? “Le aspettative sono più alte, anche se non si può piacere a tutti. Ma ricevere complimenti da chi prima non mi conosceva è davvero gratificante.”

Angelina si aspettava di affrontare così bene quest’anno intenso? “La tenacia è stata costante, insieme a serietà, impegno e rigore. Forse non mi aspettavo che tutto questo accadesse così rapidamente, che fosse tutto così fulmineo.”

Che voto si dà? “I voti non mi piacciono, ma mi dico: brava, promossa.”



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