Assolto dopo 33 anni di ergastolo per non aver commesso il crimine: la storia di Zuncheddu, accusato dell’omicidio di 3 uomini



Ieri sera, Beniamino Zuncheddu, dopo trascorrere oltre tre decenni dietro le sbarre, è stato assolto al termine del processo di revisione, emergendo finalmente innocente da una pena ingiusta per un triplice omicidio che non aveva commesso. Una giustizia tardiva che ha restituito la libertà a un uomo che aveva trascorso gran parte della sua vita dietro le sbarre.



La vicenda risale al 1991 quando Zuncheddu fu condannato per la strage di Sinnai, un evento tragico avvenuto a Cagliari. Il pastore sardo, allora ventisettenne, fu accusato dell’omicidio di Gesuino Fadda, Giuseppe Fadda e Ignazio Pusceddu, proprietari di un ovile vicino ai suoi terreni. L’accusa provenne da Luigi Penna, un superstite dell’attacco, che inizialmente dichiarò di non aver identificato l’assassino. Tuttavia, sotto pressione del poliziotto Mario Uda, Penna ritrattò e accusò Zuncheddu, conducendo così alla sua condanna all’ergastolo.

Solo tre anni fa, l’avvocato del pastore sardo richiese la riapertura del processo, con un ruolo chiave svolto nuovamente da Luigi Penna, che ammise di essere stato influenzato da Uda. Penna affermò: “L’agente di polizia che conduceva le indagini mi disse che il colpevole della strage era lui, mi mostrò la sua fotografia”.

Curiosità: Durante la prigionia, Zuncheddu mantenne viva la speranza grazie alla sua fede, un sostegno che ha contribuito a mantenerlo lucido e determinato. La storia ricorda altri casi simili di errori giudiziari, sottolineando l’importanza di un sistema legale accurato.

Ieri, finalmente, Beniamino Zuncheddu è stato dichiarato innocente e ha condiviso le sue prime parole dopo essere tornato libero. In una conferenza, ha affermato con rabbia e frustrazione: “In carcere mi dicevano sempre se ti ravvedi ti diamo la libertà. Ma di cosa mi devo ravvedere se non ho fatto niente.” Il 59enne ha espresso il desiderio di rifarsi una vita, sottolineando l’ingiustizia della sua giovinezza rubata. Ora libero, riposerà, almeno mentalmente, dopo una lunga lotta per la verità che alla fine ha prevale.



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