Il 54enne di Altavilla Milicia ha confessato di aver perpetrato un efferato omicidio familiare nel quale la moglie è stata seviziata e uccisa, seguita dai due figli. Tuttavia, secondo il gip, il suo atto è avvenuto in uno stato irreversibile di incapacità di intendere e di volere. Pertanto, non ci sarà processo.
Recentemente, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto la scarcerazione immediata di Barreca, stabilendo che dovrà essere collocato in una struttura sanitaria adeguata. Sarà trasferito da un carcere a una Rems, in attesa che venga individuata una struttura specifica.
“Non ci sono più i presupposti per mantenere la detenzione in carcere, poiché la valutazione psichiatrica ha confermato la sua incapacità mentale al momento dei fatti”, ha dichiarato l’avvocato a Fanpage.it, sostenendo che Barreca persiste in questa condizione. Il legale ha sempre puntato sull’assenza di responsabilità penale del suo assistito.
Le dinamiche dell’omicidio presenteranno da un lato Barreca e dall’altro Sabrina Fina e Massimo Carandente, indagati per gli stessi fatti e attualmente in carcere. La loro posizione è controversa, contrastando la narrazione di Barreca, secondo cui avrebbero influenzato il suo comportamento, rendendo il delitto il culmine di un “delirio mistico” rimasto latente fino al coinvolgimento di Fina e Carandente.
Secondo l’accusa, entrambi i sospetti sono stati guidati da un furore religioso che ha portato alla morte dei membri della famiglia. Stando alle indagini, Fina avrebbe ucciso Antonella Salamone, mentre Carandente sarebbe responsabile della morte di Emmanuel, con Barreca e la figlia maggiore che avrebbero collaborato in diverse fasi del delitto.
Le due vittime, in particolare, sono state soggette a gravi atti di violenza culminati in un rito di esorcismo. Il marchio di questa tragedia ha colpito non solo la comunità locale ma anche l’intera nazione. La ricostruzione del crimine offre spunti inquietanti su quanto possa influenzare la psiche umana il contesto sociale e relazionale circostante.
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