Il Cremlino sta considerando la possibilità di una tregua aerea come concessione a Donald Trump, secondo quanto riportato da Bloomberg. L’incontro tra Vladimir Putin e l’inviato speciale del presidente americano, Steve Witkoff, si è svolto a Mosca a pochi giorni dalla scadenza dell’ultimatum di Trump per un cessate il fuoco in Ucraina. La proposta di una limitata tregua aerea prevede una sospensione dei raid russi, ma dipende anche dall’adesione di Kiev.
L’analista Sergei Markov, vicino al governo russo, ha dichiarato: “Trump ha bisogno di un qualche ‘regalo’, di una concessione dalla Russia e una tregua aerea potrebbe essere questo genere di regalo”. Questa idea era stata già avanzata dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko durante un incontro con Putin e in precedenti colloqui con l’inviato americano Keith Kellogg a Minsk.
Witkoff è arrivato a Mosca in mattinata, accolto da Kirill Dmitriev, responsabile del Fondo per gli investimenti russi. Questo rappresenta la quinta visita dell’inviato americano in Russia dall’inizio dell’anno, e in ogni occasione ha avuto l’opportunità di incontrare Putin.
Nel frattempo, le relazioni tra Washington e Nuova Delhi stanno attraversando un momento delicato, in particolare a causa delle pressioni internazionali legate al petrolio russo. Trump ha recentemente rivolto dure critiche all’India, accusandola di finanziare indirettamente la guerra in Ucraina attraverso l’acquisto massiccio di petrolio russo. In un recente attacco, ha affermato: “Non si preoccupano di quante persone vengano uccise in Ucraina dalla macchina da guerra russa. Per questo, aumenterò in modo considerevole le tariffe pagate dall’India agli USA”.
La risposta del governo indiano è stata immediata e ferma, con il ministero degli Esteri che ha definito le accuse di Trump come “ingiustificate e irragionevoli”, sottolineando il diritto di Nuova Delhi di tutelare i propri interessi nazionali e la sicurezza energetica. Narendra Modi, primo ministro indiano, sta cercando di mantenere un equilibrio tra la storica alleanza con Mosca e i rapporti con Washington. Modi ha inviato a Mosca il suo consigliere per la Sicurezza nazionale, Ajit Doval, per discutere della situazione.
L’India dipende attualmente dal petrolio russo per il 36% delle proprie importazioni, e Modi ha sostenuto che l’acquisto di petrolio russo è una “decisione puramente commerciale”. In risposta alle critiche di Trump, il governo indiano ha anche fatto notare che USA ed Europa continuano a commerciare con Mosca in altri settori, come fertilizzanti e prodotti chimici, definendo le pressioni americane come “una forma di protezionismo selettivo”.
La tensione tra Washington e Nuova Delhi potrebbe compromettere una delle relazioni bilaterali più significative a livello globale. Solo qualche anno fa, Trump definiva Modi “un amico straordinario”, vantandosi di aver rafforzato il legame con l’India come nessun altro presidente prima di lui. Ora, le crescenti pressioni su Nuova Delhi potrebbero mettere a rischio questa intesa.
Trump ha anche espresso il suo disinteresse per le azioni dell’India nei confronti della Russia, affermando in un post su Truth Social: “Non mi importa cosa faccia l’India con la Russia – possono far crollare insieme le loro economie moribonde, per quanto mi riguarda”.



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