Alì Said, noto con l’appellativo di Don Alì e considerato il “capo dei maranza”, è stato trasferito dal carcere delle Vallette di Torino a quello di Aosta per motivi di sicurezza. A Torino, la sua incolumità era a rischio all’interno del carcere.
L’arresto, eseguito dalla Squadra mobile su disposizione della Procura torinese, è stato effettuato per atti persecutori e diffamazione aggravata. Con oltre duecentomila follower, Don Alì si è fatto conoscere per contenuti violenti e provocatori. L’inchiesta prende spunto da un video di fine ottobre, in cui il tiktoker, unitamente a due membri del suo gruppo, ha atteso un insegnante fuori dalla scuola dove l’uomo era giunto per prelevare la figlia di tre anni e mezzo.
Davanti alla bambina, terrorizzata, lo ha minacciato, colpito alla nuca e accusato di maltrattamenti su un alunno che sosteneva essere suo nipote. Anche i suoi complici vedono aggravarsi le proprie posizioni: già raggiunti da misure cautelari, hanno ricevuto diffide stragiudiziali collegate a richieste di risarcimento nei confronti del maestro e della scuola delle suore dove è impiegato.
L’avvocato di Alì, Federica Galante, aveva richiesto una misura alternativa alla detenzione, ma il Riesame non ha ancora emesso un provvedimento in merito.
Gli avvocati del docente, il Signor Davide Salvo e il Signor Davide Noviello, continuano a fornire assistenza legale al loro cliente.
Attualmente, Don Alì si trova in stato di detenzione presso la città di Aosta, in attesa che le indagini sui suoi presunti complici e sulle responsabilità ad essi connesse, relative agli episodi denunciati, giungano a conclusione.



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